sabato 12 settembre 2020

Ho sposato Antonio Vivaldi ( recensione libri)

 Il destino della musicista Bettina Hoffmann, fiorentina d'adozione, gambista, violoncellista, con specializzazione nel repertorio barocco, e studiosa degli strumenti antichi; attualmente, anche insegnante presso la Scuola di Musica di Fiesole e il Conservatorio di Vicenza), nonchè componente del noto complesso 'Modo Antiquo' , assai apprezzato per la specializzazione 'vivaldiana' , era segnato. Da quando decise di sposare Vivaldi redivivo, come crede di essere, sinceramente convinto, suo marito Federico Maria Sardelli. Il quale dopo aver ricevuto dai sommi 'sacerdoti vivaldiani', Ryom e Fanna, l'incarico di curare il catalogo del grande musicista veneziano, si è così tanto immedesimato nell'incarico, da ritenersi capace anche di inventare musiche di Vivaldi, come fossero 'di Vivaldi', senza che nessuno possa riconoscere il falso storico.

In questa sua condizione di reincarnato, Sardelli, sposato Hofmann, si esibisce non solo sul podio, ma anche in salotti pubblici a tema 'Vivaldi intervista Vivaldi', come ha fatto nei mesi scorsi per l'Accademia di Santa Cecilia di Roma. E qualche anno fa, per Sellerio, narrando, lui Vivaldi in persona, e di conseguenza ben informato, la storia rocambololesca che ha portato i suoi manoscritti a finire in un preziosissimo 'fondo' della Nazionale di Torino, il Fondo 'Foà-Giordano.

Ciò detto in premessa era quasi naturale che Bettina Hoffmann, eccellente strumentista e studiosa affermata di suo, sposando Sardelli, alias Vivaldi, dedicasse proprio al musicista veneziano con il quale condivide il talamo, una attenzione tutta particolare, sfociata ora in un poderoso studio sui 'bassi d'arco' (violoncello, contrabbasso e viola da gamba' al suo tempo e nelle sue opere. Di Vivaldi, naturalmente; edito da Leo S.Olschki di Firenze, sotto l'egida dell'Istituto Italiano 'Antonio Vivaldi', della Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

La cura e l'impegno nello studio di Vivaldi è stato stimolato dalla profonda conoscenza che Vivaldi aveva proprio degli strumenti ad arco, quelli del registro basso, che sono poi i suoi. Vivaldi li conosceva bene, li ha usati, insegnati, ne conosceva ha tecnica che ha contribuito a progredire. “Arricchì - si legge nel risvolto di copertina del volume – come nessun altro compositore del suo tempo il repertorio del violoncello, offrì al contrabbasso ruoli inediti e nuove funzioni timbriche, trasse dall'oblio la viola da gamba”.

Bettina Hoffmann, divide il suo studio in quattro parti, logiche nei contenuti e nella successione; comincia 'da principio', al tempo ed attorno a Vivaldi, spiegando innanzitutto i termini; passa poi ad illustrare per il violoncello, gli strumentisti attivi nella maggiori capitali musicali dell'epoca, il relativo repertorio, l'accordatura dello strumento, l'arte 'liutaria' e 'cordiaria' e la tecnica esecutiva. Stesso approndimento riserva al contrabbasso e alla viola da gamba, nei capitoli tre e quattro.

Nella seconda parte, delle quattro in cui il volume si articola, viene esaminata tutta la 'musica di Vivaldi' fin qui nota, comprendendovi anche scoperte recenti, nella quale sono presenti gli strumenti oggetto dello studio, nei repertori profano e sacro, per finire con le opere per 'viola all'inglese' - nome in uso al tempo di Vivaldi per la viola da gamba con caratteristiche particolari ( la Hoffmann ne spiega per filo e per segno il nome ed il suo uso in Italia ed in Europa, al tempo di Vivaldi, prima e dopo).

La terza parte è rivolta oltre che agli studiosi, agli esecutori, ai quali fornisce ogni possibile indicazione sul repertorio in oggetto, partendo dalle indicazioni dello stesso compositore, non sempre lette in base a corretta esegesi.

La quarta, conclusiva parte del volume fornisce l'inventario delle opere vivaldiane per violoncello solista e per 'viola all'inglese' e di quelle con accompagnamento di 'violone solo': In chiusura i tradizionali indici e la bibliografia.

Nella premessa, l'autrice del prezioso approfondito volume, getta l'amo a studiosi ed esecutori, attirandoli con una esca preziosissima, che dà “risposte alle domande sull'accordatura, la tecnica strumentale, la strumentazione orchestrale e la funzione musicale degli archi gravi, talvolta sorprendenti e tali da costringerci a rivedere non poche delle abitudini invalse nella prassi esecutiva dei nostri giorni”. Con il prezioso imprimatur di Antonio Vivaldi, redivivo, alias Federico Maria Sardelli.


Bettina Hoffmann. I bassi d'arco di Antonio Vivaldi. Violoncello,contrabbasso e viola da gamba al suo tempo e nelle sue opere.Pagg.594. Euro 65,00. Leo S. Olschki Editore, Firenze 2020

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