mercoledì 5 maggio 2021

Esercito di autocandidati al CDA Rai marcia sul Parlamento ( da Huffpost, di Federica Fantozzi)

 Draghi marca le distanze da ipotetiche trame di lottizzazione, i partiti riscoprono il merito e la competenza, il Pd punta su una donna. Grandi manovre intorno alla governance Rai, in scadenza. E in attesa che la politica faccia le sue scelte, a partire da presidente e amministratore delegato, sono stati trasmessi in Parlamento i nomi delle candidature al cda della tv pubblica: 183 nomi hanno inviato il curriculum al Senato, 132 alla Camera, poiché ciascun ramo del Parlamento è titolato a scegliere due consiglieri. Diversi volti noti, ma anche molti outsider. Variegato il catalogo delle attività menzionate: non solo giornalisti e manager ma avvocati, commercialisti, musicisti, dirigenti d’azienda, docenti di diritto, costituzionalisti, direttori di banca, ingegneri, registi, sociologi, una hostess e un ispettore della polizia di Stato.

Tra i big, ci sono diversi manager che conoscono a menadito il mondo della televisione. In primis Giovanni Minoli, il creatore di “Mixer”, giornalista e conduttore poi direttore di Rai Due, Rai Tre e Rai Educational, oltre che autore di molti programmi televisivi e radiofonici. Mauro Masi, ex direttore generale Rai nel 2009 e già sottosegretario alla presidenza del consiglio con Berlusconi premier. Tullio Camiglieri, autore di saggi sulla pay-tv italiana, ex direttore delle relazioni esterne di Sky oggi capo della comunicazione di Thyssenkrupp. Curiosamente c’è anche il nome di Igor De Blasio con la dicitura “consigliere amministrazione Rai”: per il leghista, un auspicio al bis.

Tra i giornalisti legati alla Rai c’è Piero Vigorelli, prima corrispondente da Parigi del Messaggero, poi direttore dei Tg Regionali, infine passato a Mediaset dove divenne vicedirettore del Tg5, oggi in pensione. E Daniela Tagliafico, giornalista e autrice di romanzi, che nel 2004 si dimise dalla vicedirezione del Tg1 in polemica con la linea politica di Mimun. Mentre Claudio Brachino ha attraversato tutte le reti Mediaset, da conduttore di “Mattino 5” a direttore di Videonews, collaborando anche con La 7.

A cavallo tra giornalismo e politica si colloca Giancarlo Mazzuca, ex direttore del “Carlino” e del “Giorno”, eletto deputato del Pdl nel 2008. Per lui si tratterebbe di un ritorno, dato che dopo aver fatto parte della commissione di Vigilanza nel 2015 è già stato consigliere di amministrazione della tv di Stato. Tra i candidati c’è anche Stefano Menichini, ex direttore del quotidiano della Margherita “Europa”, poi capo ufficio stampa di Montecitorio e infine portavoce del ministro Gualtieri all’Economia fino all’avvento di Draghi. E Luca D’Alessandro, ex cronista politico del “Giornale”, passato all’ufficio stampa di Forza Italia ed eletto deputato del Pdl (poi passato ad Ala, la formazione di Verdini). Ecco l’ex deputato montiano e dirigente Rai Mario Marazziti. Spunta anche Giuseppe Sangiorgi, l’ex portavoce di De Mita già segretario dell’Istituto Sturzo e presidente dell’Istituto Luce, nonché commissario dell’Autority Tlc.

Dalla politica tout court, infine, provengono il siciliano Salvatore Cicu, vent’anni in Parlamento in quota berlusconiana (fu anche sottosegretario al Tesoro e alla Difesa), poi traslocato a Bruxelles e l’ex senatore Pdl Elio Massimo Palmizio.


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