martedì 2 aprile 2019

IL FATTO di Travaglio e I FATTI, mancati, di Virginia Raggi e Luca Bergamo

Il feroce 'mastino' direttore del Fatto, Travaglio, diventa un 'agnellino' mansueto  quando parla dei Cinquestelle, e, da poco, anche di Virginia Raggi e del suo disastroso governo della città di Roma che solo lui non vede. Ha apertissimi occhi ed orecchie per tutti e tutto, ma non per il disastro in cui  l'incapacità della Raggi ha ridotto la città, maggiore di quello che erano riusciti a fare negli ultimi vent'anni i sindaci che l'avevano preceduta.

 L'altro ieri nel salotto de La 7- ma non quello di Lilli dove è ospite ogni sera, come in una  succursale della sua redazione,o lui  o Padellaro -  ma in quello di Giletti - il giornalista che 'va fino in fondo' -  Travaglio ha praticamente giustificato la Raggi ed il suo Governo: ma vi sembra possibile, ha ringhiato il mastino Travaglio, che vadano in fiamme i centri per la raccolta rifiuti o gli autobus, ad un ritmo regolare? E una guerra contro la sindaca che sta governando bene - e qui è partita una bordata di fischi che Giletti  ha coperto con la musichetta di sottofondo  -  il malaffare della Capitale non si dà pace  e prova a mettere il bastone fra le ruote alla sindaca che  governa come nessun altro ha saputo fare prima di lei, Roma: cioè bene, ha spiegato l'agnellino Travaglio. Un Fatto quotidiano che non riesce a vedere i fatti giornalieri di una città in declino.
Siccome i fatti sono altri, dalla redazione del Fatto si levano voci non del tutto in sintonia con quella del capo.

 Sempre nei salotti de La 7 si era ascoltato dire, e poi a conferma letto sul giornale, Padellaro, dopo i primi scandali quando ci si chiedeva se la Raggi dovesse dimettersi o no:  peggio di come ha fatto finora non può, dunque restando non può che far meglio. Anche perchè non sappiamo chi viene dopo di Lei, e nessuno ci assicura che il suo successore possa fare meglio. Dunque teniamoci Lei che, comunque, per Padellaro, a differenza di Travaglio, è assolutamente incapace a governare una città come la Capitale, certo complicata, ma dove comunque, Lei, potrebbe almeno provvedere a coprire le buche, raccogliere i rifiuti, curare il verde pubblico, prevenire la caduta di alberi ad ogni alitar di vento. 

Ancora nei salotti del La 7,  ma questa volta in quello di Formigli, come anche sul giornale, un altro esponente della redazione, Peter Gomez, direttore del giornale elettronico, spesso, e l'ultima volta dopo gli arresti del presidente del Consiglio Comunale, ha scagionato del tutto la Raggi dalle accuse rivolte al presidente  Cinquestelle, certo!, ma ha concluso, testualmente: però la Raggi si dia da fare, faccia qualcosa, non può lasciare Roma in questo schifo in cui ha contribuito a ridurla. Ora sono quasi tre anni che Lei è sindaca, non può ripetere più: lasciateci lavorare, non potete pretendere che risolviamo i problemi in poco tempo. Non abbiamo la bacchetta magica!

 Come si vede anche nella piccola - per dimensione, non certo per fracasso - redazione del Fatto ci sono molte voci, che non cantano all'unisono, la stessa canzone di sostegno ai Cinquestelle al governo.

 In appendice un fatto delle ultime ore. Il vice sindaco Luca Bergamo, quello che ha fatto la guerra al Concertone di fine anno, e poi l'ha fatto; e che ha avversato i ragazzi dell'America  (intesa come cinema) che organizzavano il cinema all'aperto d'estate, a Piazza San Cosimato, perchè disturbavano gli abitanti e, soprattutto, non erano allineati in politica con i Cinquestelle; quello stesso vice sindaco ed assessore alla 'ricrescita culturale', s'è convertito al cinema all'aperto, in piazza, e gratuito, alla faccia degli abitanti che protestavano.

Ha diffuso un bando per  aprire arene cinematografiche, una decina, in tutta la città. Ha stanziato 250.000 Euro per dieci arene - finanziandole con  25.000 Euro cadauna - per far tornare in vita i famosi antichi criticatissimi cineforum. In dette arene, però - ha decretato - dovranno proiettarsi non cinepanettoni o qualcosa di simile, ma film d'autore.

 Immediatamente hanno protestato produttori distributori di film e gestori di sale cinematografiche già in crisi profonda, ottenendo 
che almeno non si proiettino film usciti nella presente stagione od in quelle immediatamente precedenti. Perchè in tal caso, insieme alla gratuità, il danno prodotto all'industria cinematografica italiana sarebbe enorme.

Dunque non solo gli abitanti di Piazza San Cosimato, difesi a spada tratta un tempo da Bergamo, adesso anche quelli di un'altra decina di piazza romane avranno il sonno disturbato quest'estate. E il vice sindaco assessore che dice? Se ne fotte allegramente!

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