martedì 5 novembre 2024

Dopo Benigni in Piazza San Pietro il Trio all'università lateranense ( da Il Messaggero, di Franca Giansoldati). Ma non vi sembra l'ennesima str..?.( P.A.)

 

Vaticano, sdoganato Benigni a San Pietro, ora alla Lateranense lo show di Giacomo (di Aldo-Giovanni-Giacomo)© Ap
Dopo aver sdoganato Benigni sul sagrato di San Pietro che ha interpretato un monologo sui bambini subito dopo l'Angelus del Papa, il Vaticano ha ora affidato ad un altro noto comico italiano un ruolo rilevante in occasione dell'apertura dell'anno accademico dell'università Lateranense, l'ateneo dei pontefici. Per la prima volta il magnifico rettore e il cardinale, dopo il saluto e il discorso di rito, lasceranno la parola a Giacomo, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, cabarettisti famosi e protagonisti di film come Tre uomini e una gamba e Odio l'estate. L'obiettivo del magnifico rettore è di svecchiare l'immagine un po' polverosa e obsoleta dell'ateneo pontificio e renderlo più vicino ai giovani, probabilmente per attrarre nuove matricole. Gli iscritti, del resto, di anno in anno sono sempre di meno, un trend comune a tutte le università pontificie che stanno correndo ai ripari rivedendo tanti programmi e corsi. 

SHOW

Giacomo Poretti proporrà un monologo intitolato «Per far un’anima», che raccoglie riflessioni su un “organo” che i manuali di anatomia non contemplano, ma di cui si parla da sempre: quando si sviluppa l’anima in un essere vivente? Esiste realmente o è solo una chimera, un desiderio? 

«Il progetto - spiega Giacomo - mi frullava in testa da quando è nato mio figlio Emanuele. In quell’occasione venne a trovarci in ospedale un anziano sacerdote che mia moglie ed io conoscevamo bene. Si complimentò con noi e ci disse: bene, avete fatto un corpo, ora dovete fare l’anima. Questa frase mi è rimasta dentro per molto tempo, si è sedimentata finché non mi sono deciso ad affrontare la questione, un compito certo non facile. Ho usato il linguaggio dell’umorismo e dell’ironia – sottolinea l’attore e autore del monologo - e mi sono posto un sacco di domande. Come nasce l’anima? Spunta coi dentini da latte? O dopo? Quanto incide una corretta alimentazione a farla crescere? E, nel caso, sarebbe meglio una dieta iperproteica o senza glutine, oppure povera di sodio? Ma l’anima esiste davvero o è una nostra invenzione? E ancora: è una parola da mandare in pensione o i tempi complicati che stiamo attraversando la rendono più che mai ineludibile?». 

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Anima, dice Poretti, «è una parola che rischia l’estinzione, a fianco dei vocaboli moderni, più chiassosi e sguaiati. E poi - prosegue Giacomo - a pensarci bene a cosa serve un’anima? Nessuno ti chiede di esibirla: quando ti fermano i carabinieri si accontentano di patente e libretto, se fai acquisti su internet bastano carta di credito e mail. L’anima sembra la cosa più antimoderna che possa esistere, più antica del treno a vapore, più vecchia del televisore a tubo catodico, più demodè delle pattine da mettere in un salotto con la cera al pavimento; lontana come una foto in bianco e nero, bizzarra come un ventaglio, eccentrica come uno smoking e inutile come un papillon». 

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