giovedì 12 settembre 2024

IUC. Stagione n.80 (ANSA) L'Istituzione cambia pelle. Commento

 Michael Barenboim, Clara-Jumi Kang, Ian Bostridge, Mikhail Pletnev, Arianna Savall, Quatuor Diotima, Albrecht Mayer, The Tallis Scholars, Avi Avital, Angela Hewitt, David Fray, Kebyart Saxophone Quartet, Quartetto Adorno, Enrico Pieranunzi, Gilda Buttà, Pablo Sáinz-Villegas, Alexander Lonquich.


    E' ricca di appuntamenti da non mancare la nuova stagione dell' Istituzione Universitaria dei Concerti che quest' anno festeggia gli 80 anni di vita mettendo insieme come da tradizione grandi artisti italiani e stranieri e giovani promesse in un mix trasversale di generi, dalla musica antica al jazz e al repertorio contemporaneo.

L' Aula Magna della Sapienza ospiterà 36 appuntamenti con l' inaugurazione il 27 ottobre affidata all' a Enrico Saverio Pagano sul podio della sua giovane Orchestra Canova con il Coro del Teatro dell' Opera di Roma per la celebre Nona di Beethoven, così come per la chiusura il 17 maggio con Haydn, Mozart e la prima esecuzione romana di Quattro modi di sorridere composta da Nicola Campogrande nel 2023. Ci saranno omaggi a Gabriel Fauré; Pierre Boulez e Arnold Schoenberg e 'confronti' tra musicisti di epoche diverse come Schumann e Bartok secondo il Quartetto di Cremona (3 dicembre) o la musica sacra di Pierluigi da Palestrina e Arvo Pärt con i Tallis Scholars di Peter Phillips (21 gennaio). Serate di grande richiamo per il jazz sono in programma con Michael Mantler e il suo The New Songs Ensemble (25 gennaio in collaborazione con l' Accademia Chigiana che andrà anche a Siena) e la pianista Gilda Buttà nella rilettura del capolavoro di improvvisazione immortalato nel 1975 da Keith Jarret nel celebre disco The Koln Concert. Una lunga cavalcata da Grieg a Bernstein e a Billie Holiday vedrà in scena l' 11 febbraio le donne del gruppo di ottoni TenThing Brass Ensemble mentre i talentuosi musicisti del Kebyart Saxophone Quartet spazieranno da Mozart a WIndmann (11 marzo).
   

 "Questa stagione è n linea con i valori, la qualità e il gusto che hanno sempre contraddistinto la IUC - ha detto il Presidente Rinaldo Gentile -. Oggi, come nel 1946 quando nove studenti e professori della Sapienza, con le macerie e i traumi della guerra ancora recenti, decisero di fondarla, l' Istituzione Universitaria dei Concerti continua a fare cultura al centro della vita capitolina e nazionale". 

Antonella Polimeni, rettrice dell' Ateneo, ha detto che la Iuc ''festeggia i suoi primi 80 anni di musica e di bellezza'' ricordando come proprio la musica svolga un ruolo importante nell' offerta culturale della Sapienza agli studenti e all' intera comunità.
    Chiusa nei mesi scorsi la pagina guidata dal direttore artistico Giovanni D' Alò, ringraziato per il suo lavoro anche nel progettare la nuova stagione, la Iuc affiderà il compito di allestire i cartelloni futuri ai quattro esponenti del consiglio artistico - Antonio Ballista, Enrico Saverio Pagano, Franco Piperno e Nicola Sani.

'Lo statuto dei padri fondatori della Iuc, modificato fino al 2011, dà al presidente la esclusiva responsabilità artistica - ha precisato Rinaldo Gentile -. Come avveniva in passato sarà l' Istituzione Universitaria a lavorare e decidere collegialmente sui programmi''.


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 Se vogliamo dirla tutta, una istituzione, arrivata agli ottanta anni di vita, cambia pelle, sostituendo la pelle cadente  e rugosa,  con pelle fresca e tonica.

 E, invece, non è così. Perchè la IUC resta quella di prima, solo che ha fatto fuori il direttore artistico che ha firmato anche questa stagione, senza che si sia capito  perchè. 

Meno male che il presidente, marito vedovo della figlia della coppia Fortuna che da sempre gestisce e se la tramanda come bene privato l'istituzione, lo ha almeno ringraziato, dopo averlo licenziato.

 Da quest'anno ad occuparsi della programmazione artistica sarà il sinedrio dell'Istituzione, i cui membri, tre dei quattro - Ballista, Piperno e Sani -  hanno quell'incarico da tempo immemorabile e senza scadenza. Ma se hanno quel ruolo da tanto tempo perchè solo ora decidono di assumere l'incarico oneroso di direttori artistici? In ottant'anni non è mai successo e succede ora?  La IUC intende risparmiare?  No. 

Il presidente - si spiega - ha, per statuto, 'l'esclusiva responsabilità artistica'. Anche se di musica non capisce un tubo, o comunque non è assolutamente in grado di metter su una  stagione concertistica, come nel caso dell'ing. Gentile che è diventato presidente,  ereditando la carica alla morte di sua moglie Francesca Fortuna, la quale a sua volta l'aveva ereditata da sua madre Lina  che  l'aveva ereditata da suo marito , il fondatore, l'ing. Oreste Fortuna?

 E' del tutto evidente che qualcosa non quadra, ed è incomprensibile come il  dotto sinedrio non abbia sentito il bisogno di spiegare la storia al direttore artistico al cui fianco ha lavorato negli ultimi anni.

 E, poi, come può una università, tempio del sapere, avallare indirettamente operazioni che con la professionalità e l'eccellenza non hanno nulla da spartire, come sembra questa  operazione, gestita da Gentile, rappresentante della famiglia Fortuna, avendone sposata la figlia che aveva ereditato la IUC dalla madre, ed è morta purtroppo prematuramente, e che aveva fino ad oggi ritenuto necessario avvalersi della presenza di un direttore artistico? 


Infine, un solo appunto riguardante la megalomania inutile che sottende alla inaugurazione con la Nona di Beethoven. C'era  un milione di altri pezzi iconici della storia della musica con cui inaugurare degnamente l'ottantesima stagione della IUC.

 Comunque lunga vita, ma migliore alla IUC

                                                (Pietro Acquafredda

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