Ha chiesto di patteggiare Luca Richeldi, primario pneumologo del policlinico Gemelli di Roma accusato di violenza sessuale ai danni di una paziente: una pena pecuniaria di 49mila euro. La richiesta, che ha ottenuto il parere favorevole della Procura, arriva a poche ore dall'udienza preliminare davanti al gip prevista per domani 8 maggio in tribunale a Roma. Il giudice dovrà, ora, vagliare la richiesta sulla quale il legale della vittima annuncia opposizione.
La denuncia
La vicenda è stata anticipata dal quotidiano 'Il Domani'. La donna ha denunciato che Richeldi durante una visita avrebbe approfittato del suo ruolo per palpeggiarla e baciarla sulla bocca nonostante i suoi tentativi di rifiuto. Stando alla dencunia il medico l'avrebbe «cinta alle spalle con le mani, appoggiandosi con il corpo contro di lei». Richeldi respinge le accuse e le dichiara infondate.
L'avvocato della vittima si oppone al patteggiamento
L'avvocato della donna ha annunciato che si opporrà al patteggiamento, senza il quale il primario rischia dai 6 ai 12 anni. «Ciò che meraviglia del parere positivo espresso dal pm della Procura per la proposta di patteggiamento avanzata dal difensore del professore Richeldi, è il conflitto evidente tra l'impegno della società civile a sostenere le donne affinché trovino il coraggio di denunciare e una definizione del processo cosi premiale, che non rispetta le Indicazioni legislative, quale quella per esempio, della sospensione della pena, solo all'esito di percorsi riabilitativi per sexual abuser, preferibilmente svolti tra i centri Cuav in convenzione con il Tribunale di Roma. Altro elemento, che di certo non invoglia le donne a denunciare i reati sessuali, è la previsione nel patteggiamento proposto, della sospensione della pena pecuniaria e della pena accessoria».
La legale di Richeldi: «Speculazioni lesive»
«La soluzione dell’accordo con il Pubblico Ministero prevede esclusivamente una pena pecuniaria peraltro sospesa, ed è una libertà processuale voluta dal legislatore per consentire all’indagato di non sottoporsi al processo per anni. Come dire, meglio una chiusura subito con un accordo che ottenere un’assoluzione in un tempo indefinito», afferma l'avvocato Ilaria Barsanti, difensore del professore Luca Richeldi. «Ogni speculazione sulle scelte processuali degli indagati e dei loro difensori è gravemente lesiva del diritto di difesa e determina un'indebita ingerenza anche rispetto all'operato della magistratura», aggiunge la penalista
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