giovedì 7 marzo 2024

Dall'Ongaro alla Scala - sarebbe il colmo; se poi è appoggiato da Gianni Letta - sarebbe il colmo dei colmi

 ( ANSA) "Chiunque faccia il tuo nome per il teatro più importante del mondo, è il massimo onore possibile. Per il resto non so nulla. Sono cose che ho letto anche io".  Così il sovrintendente Michele Dall'Ongaro risponde sui rumors che lo mettono tra i nomi papabili per guidare il Teatro La Scala.


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 In Italia è difficile, impossibile, toglierci di torno certa gente,  anche quando si sa per filo e per segno come ha fatto carriera. 

Compreso dall'Ongaro che si dice onorato che sia stato fatto il suo nome -  ma lui non sa nulla; non sa neanche di Gianni Letta che lo appoggia (povero cocco!) -  come successore alla Scala di Meyer, il cui mandato termina il prossimo anno;  ma  dimentica che, con tutto l'onore di cui si sente oggetto, non può essere eletto comunque, perchè quando terminerà il mandato Meyer, lui avrà 67 anni e sarà entrato nel 68°. E  i sovrintendenti non possono andare oltre i 70 anni; lui perciò potrebbe essere nominato solo per metà mandato (due dei cinque anni), sempre naturalmente che lasci anzitempo l'Accademia di Santa Cecilia. Tanto vale tenersi l'usato sicuro ( Meyer ) se il limite di età non deve contare per la Scala.

 Ma ciò che ci lascia ancor più sorpresi è la notizia che a caldeggiare la sua candidatura milanese ci sarebbe nientemeno che Gianni Letta. 

Proprio lui, che -  come crediamo di aver raccontato a suo tempo - ci disse peste e corna di dall'Ongaro che dichiarava di non conoscere,  una  decina di anni fa,  quando ci recammo a Palazzo Chigi, dove aveva il suo ufficio l'allora sottosegretario, per chiedere un suo intervento proprio contro dall'Ongaro che  dopo averci denunciato perchè avevamo rivelato, con un articolo su Music@,  tutto quello che di scorretto aveva fatto in Rai per  scalare il potere ( il giudice ci assolse con formula piena ) stava tentando, per vendetta, di toglierci la consulenza artistica che la Rai ci aveva affidato per il Concerto di Capodanno della Fenice. Chi è questo signore (dall'Ongaro),questo è un sopruso - ci disse dopo averci ascoltato. Fece immediatamente chiamare a telefono Masi ecc...ecc...

Non per Letta, ma per l'intervento di altri dirigenti Rai quella vendetta sguaiata di dall'Ongaro non andò in porto.

 Poi Letta è diventato vicepresidente dell'Accademia di Santa Cecilia, è vissuto per anni gomito a gomito con quel 'signore' che ha evidentemente conosciuto e del quale ha apprezzato il valore, dimenticando quella 'porcata' di cui stava per rendersi responsabile a nostro danno, senza riuscirci.

Noi siamo sorpresi dalla semplice notizia che Gianni Letta possa ancora caldeggiare qualcosa e qualcuno.

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 E Firenze, il Teatro del Maggio Fiorentino? Torna in gioco.

Sembra, stando a ciò che si è letto nei giorni scorsi, che la candidatura di Fuortes, proposta al Ministro da Nardella, a quello stesso ministro, Sangiuliano, che avrebbe potuto così mettere  la parola fine all'odissea dell'ex AD Rai, non piaccia perchè il suo disegno sarebbe un altro: lasciare a Firenze Cutaia, al termine del commissariamento in scadenza, e far nominare da Sala Fuortes alla Scala. 

Ma Sala non sembra voler assecondare Sangiuliano e bene fa. Se non altro per fargli capire che le Fondazioni liriche vanno amministrate diversamente; che la musica non è 'cosa' del ministro in carica, di nessun ministro, è dei cittadini che la  finanziano perchè ne riconoscono il valore artistico e sociale, e va di pari passo con  la libertà di espressione. 

 Si fanno anche altri nomi per la Scala. Ma noi siamo certi che, se potesse, Sangiuliano metterebbe la sua pupilla a Milano, Beatrice Venezi. Con sprezzo del pericolo e senza vergogna.

 Ma in  quel caso, se non si scendesse in piazza  a protestare, vorrebbe dire che in questi ultimi tempi, l'ignobile politica ha profondamente modificato il carattere degli italiani. In peggio.

                                                                                            (Pietro Acquafredda)


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