martedì 23 maggio 2023

Da Giorgia Meloni a Paolo Truzzu a Nicola Colabianchi fino a Beatrice Venezi...giù per li rami di Fratelli d'Italia

 L'avevamo anticipato mesi fa,  che la direttrice d'orchestra, che vuole essere chiamata 'direttore' - a mò di Meloni, Presidente o Premier con articolo maschile - e cioè Beatrice Venezi, la carriera che non ha ancora fatto, benché tanto strombazzata, per mancanza dei 'fondamentali' della professione - che non sono una certa avvenenza e lo stile di abiti e gioielli - l'avrebbe fatta sotto l'ala protettrice di Fratelli d'Italia, dai cui lombi Lei stessa ha dichiarato di discendere, e prima di Lei suo padre, che ora le fa anche da 'agente'.

 Avevamo anche scritto, perchè non c'era  possibilità di errore, che avrebbe diretto a Cagliari, dove nei prossimi giorni, come volevasi dimostrare, sotto la sua direzione, si ascolterà La Traviata di Giuseppe Verdi.

 Perchè Cagliari? Semplicissimo. 

Il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, è di Fratelli d'Italia, il partito della Premier, e fin qui niente di  male. Si è candidato ed è stato eletto; lo si giudicherà dai fatti.

Solo che dopo l'abbandono della sovrintendenza del Lirico cagliaritano da parte di Orazi che si è stabilito a Genova, al sindaco che è presidente della Fondazione lirica, è arrivato il pizzino (solo vocale) della Premier, sul quale c'era scritto un solo nome, quello di Nicola Colabianchi, fedelissimo di Fratelli d'Italia e tra i fedelissimi della destra dai tempi di Almirante, ma senza esperienza e merito in fatto di gestione di teatri, salvo una brevissima parentesi, apertagli da Alemanno (chi, quello di destra?), che aveva senza ragione e con un pretesto - tecnica che conosciamo bene - mandato via il sovrintendente Ernani. 

Ora dove pensate che Beatrice Venezi possa dirigere, in quale teatro intendiamo, se non quello che Meloni, tramite Truzzu, ha regalato a  Colabianchi? Esatto, Cagliari. Per ora, ma non è detto che in futuro, per ingraziarsi la Premier non le  aprano le porte dei loro teatri anche sovrintendenti non di destra destra.

 E' chiaro che ci verrà detto: così fan tutti,  perchè la destra no?

 La risposta l'ha data qualche giorno fa Giordano Bruno Guerri,  che non ha trovato strano che la destra occupi posti che svuota dalla sinistra: ma che ha aggiunto: la destra deve fare attenzione a chi ci mette,  non può giocare al ribasso ( come, voleva dire, ha fatto finora); e ancora, correggendosi: penso che anche a destra ci siano intellettuali e professionisti di valore, basta cercarli.

 Sulla convinzione che vi siano bravi professionisti in ambito culturale di chiara matrice di destra, abbiamo qualche dubbio, ma certamente Bruno Guerri ne conoscerà; sul suo invito a cercarli, per non fare brutta figura, con sostituzioni avventate, nutriamo invece dubbi serissimi, perchè la destra politica  (come forse hanno fatto in passato anche gli altri) premia sempre la fedeltà, passando troppe volte sopra il valore. 

 L'albero genealogico che abbiamo tracciato nel titolo, almeno per 'li rami' che ci interessano, lo dimostrerebbe.

 

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