domenica 11 dicembre 2022

John Williams alla Scala ha posto un problema

 Il problema  è il seguente: meglio l'autore per dirigere le sue musiche o un direttore d'orchestra?

 Williams, che ora ha novant'anni, ha dichiarato che ad un certo punto della sua vita, non contento di come i vari direttori d'orchestra proponevano le sue musiche (si parla naturalmente delle sua celebri colonne sonore), ha deciso di salire lui sul podio per dirigerle.

 C'è da credergli oppure no? Solo in parte, trattandosi di un repertorio molto particolare che forse i direttori di professione, specie quelli di nome, forse qualche volta prendevano sottogamba. E comunque resta sempre aperta la possibilità che un compositore spieghi al direttore alcune cose, se quest'ultimo le ha sottovalutate  o travisate, a detta dell'autore.

 Però se andiamo con il pensiero ad alcune colonne sonore , ad esempio di Nino Rota dirette da Franco Ferrara ( quella del Gattopardo) ci viene da dire a Williams che forse lui non  ha mai trovato un direttore come Ferrara.

 Ma poi abbiamo il sospetto che per alcuni musicisti 'da film' divenuti famosi, come Morricone ad esempio, dirigere le proprie musiche in concerto è diventato, proprio per la carismatica presenza dell'autore sul podio, un affare da  non regalare ad altri, perché gli garantiva entrate aggiuntive.

 Certo che per le musiche di cui stiamo qui parlando non occorre che  vi sia un direttore di provata bravura direttoriale, perchè, in linea di massima, problemi tecnici grandi inerenti la direzione non ve ne sono.

Come, invece, ve ne sono per alcuni capolavori del repertorio, prendiamo del Novecento, per i quali la presenza di un direttore di sicuro mestiere sul podio è indispensabile.

 Naturalmente qui prescindiamo dalla questione della 'interpretazione' delle musiche, che sembra essere stato il problema del Williams compositore, ci limitiamo al fatto 'tecnico' della direzione d'orchestra.

 Due esempi per rendere più chiaro, se non lo fosse ancora, il nostro pensiero. Per un  brano  non facile come Le Sacre di Strawinsky, è non solo meglio ma necessario che sul podio vi sia un direttore di provata bravura, uno come Maazel per intenderci. Il quale anche in caso di incidenti, sempre possibili, sa come tirar fuori l'orchestra. Strawinsky manderebbe - e chissà quante polte gli sarà capitato- di  mandare gambe all'aria l'esecuzione. 

 Per restare a Strawinsky che, negli ultimi anni della sua carriera ha unito all' attività di compositore quella di direttore, ma solo delle sue opere, la ragione va cercata nei maggiori compensi che poteva richiedere. E sappiamo che al 'suono' dei soldi Strawinsky era sensibilissimo. Ed anche per Strawinsky, in alcuni casi si dovette ricorrere ad un direttore di provato mestiere-

 Se non ci fosse stato un direttore di professione, Ferdinand Leitner, opportunamente occultato durante l'esecuzione, ma che aveva prima 'concertato' l'opera, mentre sul podio 'figurava' l'autore, la 'prima' del The Rake's Progress, alla Fenice nel 1951, non sarebbe andata in scena. E Leitner, dopo la prima, diresse dal podio al posto di Strawinsky, con grande sollievo per orchestra e cantanti,  tutte le repliche.

Perciò, alla fine, non  crediamo alla assoluta veridicità dell'affermazione di Williams, senza però fargliene una colpa.   Che anzi  gli facciamo gli auguri per i suoi 90 anni.

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