mercoledì 16 marzo 2022

Pesaro, rossininana, Capitale italiana della cultura 2024

 Un derby marchigiano nella decina di candidate, un riconoscimento ad una delle città defilate che arricchiscono la provincia italiana. Inattesa e sorprendente, è stata proclamata Pesaro città capitale della cultura 2024, annunciata pubblicamente dal ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini. 

Il capoluogo di provincia (con Urbino) ha superato la vicina di casa Ascoli Piceno e le altre otto candidate -Vicenza, Chioggia, Grosseto, Sestri Levante con il Tigullio, Mesagne, l’unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento, Siracusa e Viareggio- diventando così la nuova città rappresentante delle eccellenze italiane per un intero anno, con finanziamenti per la promozione culturale in città. 

Pesaro riceve l'eredità dell'asse Bergamo-Brescia 2023 e racconta ancora una volta, a modo suo, la storia potente dell'Italia delle città di provincia, spesso accantonata a favor di metropoli e mete turistiche eccessivamente battute. 

Seconda città delle Marche per popolazione dopo Ancona ma molto meno esposta, nonostante personalità eclettiche come Gioacchino Rossini che portano in alto il nome del luogo della pesa aurum (le etimologie sono parecchio incerte, ma gli antichi Romani arrivarono anche qui), con la sua elezione a capitale della cultura 2024 Pesaro inverte la tendenza e diventa chiave di accesso privilegiato ad una scoperta inedita, nuova, con un approccio quasi futuristico a ciò che saranno le città del futuro: hub con satelliti ottimamente forniti e ben serviti, i paesi in questo caso, come quelli da cui provengono i suoi figli famosi (Valentino Rossi da Tavullia, tipo). 

Non solo monumenti da visitare, chiese da ammirare ed eredità culturali da scoprire all'Opificio, ma una vera e propria ristrutturazione dei rapporti con il vicinato. Il sindaco Matteo Ricci, dopo la dedica della vittoria a Kharkiv, città dell'Ucraina con cui Pesaro condivide il titolo di città creativa per l'Unesco, ha sottolineato come Pesaro potrà diventare il viatico di un progetto di rigenerazione che coinvolge i borghi circostanti, troppo spesso accantonati e mal serviti, per collegarli al centro urbano in un tandem di cui la cultura si fa principale viatico di scambio. 

Un'idea strutturata per invertire il trend di spopolamento degli interni di regione e valorizzare ancora di più il circondario di Pesaro, la città vicinissima alla Romagna ma ancora fieramente marchigiana, crocevia di mare e colline, perla di Rinascimento gentile e gourmandise finissime, silenziosa rappresentante di sviluppo tecnologico e industriale sempre poco raccontato. Fino ad oggi.

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Rossini pesarese e marchigiano doc.  Anche Valentino Rossi è marchigiano. Per carità, siamo seri ( P.A.)

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