domenica 9 maggio 2021

Quello che Chailly non dice sul programma 'internazionale' del concerto di riapertura della Scala

 Il programma del concerto per la nuova riapertura della sala è molto popolare. Partecipa anche il soprano Lise Davidsen, grande interprete wagneriana che sarà una delle protagoniste del prossimo festival di Bayreuth. Si inizia con il Macbeth e si termina con “Va Pensiero” da Nabucco. Comincia e finisce il coro, che è stato il comparto più colpito dall’epidemia di Covid 19 con oltre 50 contagiati durante la fase più difficile della pandemia. Poi aria da Dido and Aeneas di Henry Purcell, La Dama di Picche di Ciaikovsky, I Maestri Cantori di Norimberga di Wagner, Arianna a Nasso di Richard Strauss. Le ouverture dal Tannhauser di Wagner e da La Forza del Destino di Verdi.


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Un programma più bislacco Chailly non poteva concepirlo per il concerto che vede insieme la riapertura della Scala ed il debutto milanese di una delle cantanti wagneriane più  in vista in questo momento, Lise Davidsen. L'internazionalità dunque alla quale si appella Chailly, in nome della vocazione della Scala, fa rima con  'assurdità'.

Questo programma ci fa venire in mente le critiche che spesso i giornali hanno mosso in passato al programma dei 'Concerto di Capodanno', da noi confezionati, per incarico della Rai e in accordo con il Teatro La Fenice.  Quel che dicevano allora, e cioè che erano programmi senza senso (mentre un senso l'avevano), sicuramente non lo diranno ora. Ma nessuno si meraviglierà per questo, conoscendo la 'dislessia'  congenita di molti critici nella lettura dei fatti. (P.A.)

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