domenica 7 febbraio 2021

Mario Draghi, una volta al Governo, sarà capace di capire qual è il bene del Paese, come invece hanno dimostrato di sapere e perseguire tutte l forze politiche in campo?

 Ieri è finita la passerella che ha visto sfilare tutti i partiti, cespugli compresi che però in democrazia valgono  quanto  gli alberi adi alto fusto, anche perchè se non nessuno li diserba possono attaccare le radici degli alberi più resistenti.

Fa un certo effetto notare come, finalmente, tutti i partititi, al termine dei colloqui con il Presidente incaricato di formare un nuovo Governo, cioè Mario Draghi, abbiano dichiarto tutti, quasi all'unisono, che il loro prinicipale interesse ed obiettivo è fare l' interesse ed il bene dei cittadini, e che non sono interessati alle poltrone - perchè almeno quelle parlamentari, le occupano già e finchè non ci saranno elezioni politiche,  continueranno a fruttare emolumenti, in quantità superiore ai meriti. 

Naturalmente, in un epoca di antipolitica dominante, occorre precisare che, per quanto fessi ce ne possano esser fra quegli scranni, comunque il bene del Paese lo perseguono anche loro. E gli esempi sono infiniti.

Ciò detto, a noi ha fatto grande impressione, e non è la prima volta che lo diciamo, ascoltare Vito Crimi, reggente del Movimento Cinquestelle, che conta  come il due di coppe a briscola nel Movimento, e capisce altrettanto. 

 Lui ex messo di tribunale fa il fantoccio, con l'autorizzazione sia di grillo che di Di Maio, perché nel Movimento non si sa ancora che pesci pigliare. Lo mandano avanti, tanto quello che dice...

Ieri però ha detto cose che resteranno impresse nella memoria degli italiani. Ha detto: abbiamo esposto al premier incaricato i nostri principi fondativi della attività politica, soprattutto il perseguimento del bene del paese. Ora sta a Draghi dimostrare che  anche lui è cosciente di quello che occorre per raggiungere  tale scopo. Se dimostrerà di voler perseguire il bene del paese, allora avrà il nostro voto, se, invece,  capiremo che perseguirà gli interessi delle banche d'affari e della finanza - come vogliono Marco Travaglio e Tomaso Montanari, e tutti quelli del Fatto, orfani di Conte e che, all'osteria, dove si sono rati in massa, non sono ancora riuscii a trovar 'padron miglior'- allora il Governo Draghi non nascerà mai.

 In difesa di Draghi sìè mossa anche una vecchietta di rango, Natalia Aspesi, la quale ha detto che se di Politica capisce Di Battista, allora figuriamoci Draghi...

Col senso politico e civico di tutta l' attuale classe politica le cose per il banchiere (ex) Draghi si mettono male.

Anche perchè lui non agisce per mandato popolare, nessuno insomma lo ha mai eletto come rappresentante, mentre tutti i componenti dell'armata Cinquestelle in Parlamento - il gruppo più gnumeroso - è stato eletto due volte, prima nelle Parlamentarie - alcuni addirittura con 150 voti (su 120.000 iscritti alla ben nota piattaforma che, ingiuriosamente, porta il nome del grande Rousseau) e poi alle politiche dove, avendo preso preso una valanga di voti, superiore ad ogni pur rosea aspettativa e previsione - al grido di 'rivolteremo il Parlamento come una scatoletta di tonno - per riempire le caselle e le poltrone a loro riservate, hanno dovuto fare entrare cani e porci affamati, pronti a sbranare chiunque s'azzardi, a togliere loro la ciotola con il mangime, prima del tempo stabilito. 

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