venerdì 16 ottobre 2020

Santa Cecilia e Opera di Roma esempi di disorganizzazione

 Questi giorni abbiamo cercato in tutti i modi di sapere cosa cambia relativamente alla capienza delle due massime istituzioni romane: al Teatro dell'Opera, che domenica riprende la attività,  come anche a Santa Cecilia che proprio stasera inaugura la stagione sinfonica con un programma che definire confezionato da menti sprovvedute, è poco.

 E non siamo riusciti a trovare sui rispettivi siti ufficiali nessuna notizia relativa. L'abbiamo dovuta apprendere da Repubblica - il che è vergognoso! - che ha fatto sapere ai suoi lettori che l'Opera come Santa Cecilia hanno ottenuto delle deroghe al decreto del Premier che riduce a 200 i posti disponibili al chiuso.

Molti come noi, specie fra quelli che hanno comprato i biglietti per Santa Cecilia, a seguito dell'ultimo DPCM, si saranno chiesti cosa fare. Osiamo sperare che, essendo i biglietti nominativi, santa Cecilia possa ver risposto a tutti quelli che hanno intasato il suo centralino rassicurandoli sulla capienza, modificata dalla Regione.

 Altrimenti l'Accademia, già accusata molte volte in queste ultime settimane di disorganizzazione, constatata  e subita, al momento della sottoscrizione di un abbonamento alla stagione, sarebbe disorganizzata doppiamente, dunque recidiva.   

 Beh, ci informa La Repubblica, che Santa Cecilia ha ricevuto dalla Regione una deroga per contenerne 1200 ( per la sala grande che ha 2700 posti circa) e l'Opera di Roma per 500.

 Il DPCM non ha modificato quanto stabilito in precedenza e cioè che i Governatori possono  concedere deroghe a singole istituzioni, come avrebbe fatto a Roma Zingaretti.

Insomma fatta la legge trovato l'inganno, oppure - come senteziava Alberto Sordi: io sono io ( l'Accademia), e tutti voi non contate un c...

Poi, abbiamo scritto che il programma del concerto inaugurale diretto da Pappano è stato stilato da mente sprovveduta.  Ci spieghiamo. Come altrimenti definire colui che  manda in palcoscenico una massa orchestrale e corale enorme, in tempi in cui  si raccomanda di osservare tassativamente il distanziamento fisico, e facendo apparire il palcoscenico più affollato della sala medesima? 

 Sempre Repubblica ci ha raccontato delle peripezie di un cantante americano, IL TENORE CLAY HILLER, invitato per il concerto inaugurale, sempre per ragioni legate alla pandemia, per giungere a Roma. Ma perchè non ve ne erano in Italia o in Europa capaci di cantare Mahler ? 

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