“Con sofferta riflessione mi sono determinato a rassegnarLe le mie dimissioni dal ruolo di capo di Gabinetto della Cultura con cui ha voluto onorarmi” scrive Francesco Spano al ministro della Cultura Alessandro Giuli. “Il contesto venutosi a creare - si legge nella lettera di dimissioni -, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante. Nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerLe la mia profonda gratitudine per la stima ed il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione” spiega Spano nella missiva.
Il ministro Giuli: “Barbarico clima di mostrificazione cui è stato sottoposto Spano”
“Con grande rammarico, dopo averle più volte respinte, ricevo e accolgo le dimissioni del capo di Gabinetto, Francesco Spano. A lui va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore. Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana dimostrate in diversi contesti, ivi compreso il ministero della Cultura” dichiara il ministro della Cultura Giuli.
In un secondo momento, recandosi alla Camera per il Question Time, il ministro Giuli ha risposto sinteticamente alle domande dei giornalisti che gli chiedevano se ci fossero state pressioni da Fratelli d'Italia perché accettasse le dimissioni dell’ormai ex capo di gabinetto: “Vi do una notizia: l'apparenza inganna”. Ai successivi tentativi dei cronisti di commentare ulteriormente la vicenda, Giuli si è limitato ad aggiungere soltanto: “Ho già detto tutto nei comunicati”.
L’affaire: Spano nomina il marito al Maxxi, dove era lui stesso era segretario generale con Giuli presidente
Nominato appena pochi giorni fa, il 14 ottobre, Francesco Spano aveva sostituito al Collegio Romano come capo di gabinetto Francesco Gilioli. Il ministro Giuli ha conosciuto il funzionario dimissionario al Maxxi, dove il primo era stato presidente prima dell’attuale incarico e Spano segretario generale. In questa veste, stando alle anticipazioni della puntata di Report in onda questa domenica, Francesco Spano ha fatto assumere fra i collaboratori retribuiti l’avvocato Marco Carnabuci, con cui è legato da pochi mesi in unione civile. Il legale, esperto di Federculture, godeva già di un lungo passato al Maxxi (dal 2018 al 2021) come responsabile dei dati personali, essendovi arrivato quando alla testa del museo c’era Giovanna Melandri.
Due anni fa, subito dopo essere stato nominato presidente del Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Alessandro Giuli aveva confermato Francesco Spano nell’incarico di segretario generale, cosa che poi aveva consentito a quest’ultimo di indicare il marito come collaboratore retribuito. Del resto, Sigfrido Ranucci, conduttore del programma d’inchiesta di Raitre, aveva parlato di scottanti anticipazioni per la prossima puntata di Report: un “nuovo caso Boccia” al Ministero della Cultura, ma “al maschile”.
La vicenda del 2017, fatta scoppiare da Le Iene
Il nome di Francesco Spano non è nuovo alle cronache giudiziarie e del dibattito politico-governativo: nel 2017 il funzionario era stato coinvolto in un’opaca vicenda di finanziamenti concessi a un’associazione Lgbtqia+, che si spacciava per realtà culturale ma, scoprirono Le Iene in un’inchiesta, era dedita a ben altro, incluso sesso a pagamento. Spano all’epoca era capo dell’Unar, l’Ufficio governativo antidiscriminazioni razziali incardinato nella Presidenza del Consiglio, ed era iscritto all’associazione in questione.
Il caso poi si chiuse con le dimissioni del diretto interessato, non senza strascichi polemici e giudiziari: la Corte dei conti approfondì la faccenda aprendo un fascicolo d’indagine, che però finì nel nulla. Nel frattempo, infatti, Francesco Spano si era dimesso e la Presidenza del Consiglio aveva tolto i fondi assegnati all’associazione. C’era stata anche una denuncia per diffamazione presentata presso la Procura di Grosseto, secondo cui il funzionario era stato danneggiato nella sua reputazione.
Ma il Tribunale toscano proprio quest’anno ha messo una parola definitiva alla vicenda, rigettando il ricorso di Spano e condannandolo a pagare le spese legali. Nel dispositivo infatti è scritto che Le Iene hanno svolto un lavoro giornalistico che garantisce “l’oggettiva verità del racconto” e che “l’intero servizio andato in onda avesse ad oggetto una indagine volta a svelare fatti di indubbia gravità, coinvolgenti denaro pubblico in forma di finanziamento ad una associazione dedita, per tramite dei propri circoli, ad attività illecite”.
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