«Tutte le risorse finanziarie che il Maxxi ha perso con la diminuzione di biglietti venduti e il dileguarsi degli sponsor sono state infatti ripianate con i soldi pubblici dal ministero della Cultura. E proprio la gestione dei fondi statali rappresenta la parte più discussa della presidenza Giuli», è uno dei punti affrontati dalla trasmissione di Rai3, Report, che ha analizzato alcuni aspetti della gestione dell’attuale ministro della Cultura, Alessandro Giuli, quando era al vertice del museo delle Arti del XXI secolo, il Maxxi.
Il rapporto con Francesco Spano
«Francesco Spano era il fedelissimo di Giovanna Melandri. Quando arrivò Giuli fece una giravolta di 360 gradi e diventò il suo uomo di fiducia, anzi la sua eminenza grigia dentro al Maxxi. Era Spano che decideva tutto. Perché Giuli gli ha dato tutto questo spazio? Perché non sapeva come gestire un museo. Nel discorso che fece a noi dipendenti quando arrivò disse: sono qui per imparare – lo racconta a Report una dipendente del Maxxi, che aggiunge –. Saranno almeno 6 anni che il compagno di Spano riceve dal Maxxi l'incarico come consulente legale del museo».
La stessa dipendente, sostiene anche che Spano non avesse dichiarato la sua potenziale incompatibilità con il marito Marco Caranabuci. «Nel 2017 – racconta Giorgio Mottola, autore dell'inchiesta –, Spano si è dimesso dall'ufficio antidiscriminazione, andando a lavorare per la Human Foundation di Giovanna Melandri. L'anno dopo la Human Foundation offre un incarico di consulenza legale anche all'avvocato di Spano, Marco Caranabuci, che nel medesimo periodo ottiene una nomina a consulente legale anche dal Maxxi, allora presieduto dalla stessa Melandri. Caranabuci fino ad oggi ha sempre ottenuto il rinnovo della consulenza legale da parte del Maxxi anche quando nel 2022 Francesco Spano, è stato richiamato a fare il segretario del Museo durante la presidenza di Giuli».
La mostra sul Vittoriale
Quando Giuli è arrivato al Maxxi, sostiene Report, «si è ritrovato con in cassa un finanziamento da oltre 2,5 milioni di euro del Ministero delle imprese per un progetto di rigenerazione urbana denominato Cure, che vedeva la collaborazione del museo con l'università Sapienza e il centro di ricerca della Sony». Progetto che però, afferma Vittorio Loreto, direttore di Sony computer Sciences lab - Università La Sapienza, interpellato da Report, «non è mai partito perché il Maxxi a un certo punto ha deciso di non prenderne parte».
Su questo tema, il ministro si rifiutato di spiegare o smentire: «No, io non devo smentire nessuno. Portatemi le carte. Aspetto le vostre carte, grazie», dice interpellato da Mottola, che poi mostra in trasmissione la carta del Ministero delle imprese «che conferma il mancato finanziamento del progetto a causa del rifiuto del Maxxi».
«Mentre restituiva i soldi già stanziati per questa operazione – aggiunge Mottola – Giuli decideva di far partecipare il Maxxi a un altro bando del ministero delle Imprese per le Tecnologie 5G con un progetto basato sulla realtà aumentata che attraverso visori ottici avrebbe consentito ai visitatori del museo, da statuto specializzato esclusivamente sull'arte degli anni 2000, di esplorare da remoto le stanze del Vittoriale, la casa museo di Gabriele D'Annunzio, il poeta inizialmente osannato come Vate dal fascismo e da Mussolini». Si tratta del progetto Connessioni Culturali che «ha ricevuto un finanziamento pubblico di 2 milioni di euro ed è stato aperto al pubblico al Maxxi per soli 5 giorni».
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