mercoledì 25 settembre 2024

Riccardo Muti, cittadino onorario di Andria, ma anche 'compaesano' di Federico II (da La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 «Da questa città bellissima voglio fare un appello a tutti coloro che si interessano alle sorti del nostro Paese: non dimentichiamo mai che la gloria più grande del nostro Paese è stata ed è l’arte, e noi dobbiamo aiutare le nuove generazioni a cibarsi di questa arte e farne conoscere le radici millenarie artistiche. Se dimentichiamo questo, non possiamo più correggere le nuove generazioni a governare il popolo nella bellezza». Lo ha detto il maestro Riccardo Muti nel corso della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Andria che si è svolta a palazzo di città questa mattina.

«La cultura è oggi svuotata del suo significato - ha continuato Muti -. La vediamo in tutti i modi e le salse, è proclamata per ragioni che con la cultura non hanno a che fare». «Il nostro Paese è un pò impoverito per quello che riguarda la cultura ma non per colpa degli italiani», ha aggiunto Muti evidenziando che «quelli che vengono in questo Paese, che accogliamo, sanno di essere in una terra che è ancora rispettata nel mondo per la sua storia culturale in tutti i suoi aspetti».
Il maestro ha ricordato di aver cominciato a studiare violino a otto anni a Molfetta (Bari) dove ha poi incontrato «Nino Rota, grandissimo musicista, famoso per le musiche dei film di Visconti e Rossellini ma che ha composto spartiti immensi anche per concerti solisti».

«Ogni volta che giro il mondo - ha sottolineato - dico che vengo da una terra importante il Sud, e da una patria importante, l’Italia». Muti ha ringraziato la sindaca di Andria, Giovanna Bruno «per il lavoro importante che sta facendo e per questo dico che avete bisogno che i vertici che si occupano del nostro Paese vi diano una mano seria».
«La cittadinanza onoraria va all’uomo sul podio, ammirato in ogni dove, che ora lega sua storia alla nostra, a una comunità che vuole avere sete di cultura, che non vuole elemosinarla ma diffonderla con semplicità, sperando diventi un linguaggio di pace e armonia», ha proseguito la sindaca che ha paragonato «la solitudine del maestro sul podio a quella del sindaco». «Essere soli di fronte alle responsabilità in tempi complessi, richiede coraggio e chiarezza di pensiero. L’unica strada è l’ascolto e lei, maestro è un esempio», ha concluso.


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