mercoledì 11 settembre 2024

Il neo ministro della cultura Alessandro Giuli, alla prima uscita istituzionale in Parlamento, ha dimostrato intelligenza, abilità dialettica ma anche furbizia

 Qualche minuto fa il ministro Giuli ha risposto in Parlamento ad una interrogazione rivoltagli da alcuni deputati dell'opposizione, primo firmatario l'on. Faraone, sulle nomine dei membri della Commissione 'cinema' firmate dal ministro Sangiuliano, dopo essersi dimesso,  ma appena prima di lasciare fisicamente la sede del suo dicastero.

 Faraone contesta molti nomi di quella commissione -  di buona parte dei 18  membri, dice, l'interrogante, il quale aggiunge che quelle nomine sono uno sgarbo istituzionale nei confronti del suo successore. 

  Il ministro Giuli:

1. Contesta il numero dei componenti che sono 15 e non 18 come ha detto l'interrogante;

2. La designazione di quei membri non la ritiene uno sgarbo/offesa nei suoi confronti, e spiega: Faraone e gli interroganti firmatari hanno letto  le mie dichiarazioni - ha sottolineato e rimarcato - con le quali ho espresso la volontà di sottoporte ad attento esame  i nomi dei componenti. E qui Giuli  ha messo in campo la sua abilità dialettica

3. In quella commissione ci son o nomi di tutto rilievo, e naturalmente l'unico nome che cita è quello di Paolo Mereghetti, esperto critico cinematografico, sul quale nessuno naturalmente ha alcunché da dire. E' evidente che i rilevi degli interroganti non riguardavano Mereghetti. Ma Giuli avrebbe dovuto forse accennare al caso di Luigi Mascheroni, critico cinematografica per Il Giornale che si è dimesso. Ministro, al di là delle spiegazioni delle dimissioni che il diretto interessato ha  dato sul suo giornale, non sarà che la ragione vera era quella di non finire involontariamente nel vortice delle critiche, molte, che  verranno fatte a troppi membri di quella commissione? Il Ministro è andato sul sicuro accennando solo al meritevole ed esperto Mereghetti.

4. Giuli, furbissimo, ha poi detto che quella commissione va revisionata perchè non rispetta la parità di genere,. E così , con la scusa  dell'assenza di donna  cambierà molti nomi.

Ora viene da dire, dopo aver tralasciato di accanirsi contro Sangiuliano, per  le sue gaffe e al sua amministrazione troppo clientelare (emporio di Colle Oppio e dintorni) , che nella sostanza Giuli non si disxosterà molto da Sangiuliano, maldestro ma obbediente, e lo Giuli lo sarà altrettanto, meno maldestro che è già qualcosa.

C'è  qualcuno che pensa , tanto per fare un esempio che  a noi sta particolarmente a cuore, che Giuli, anche per mostrare discontinuità dalla gestione del suo predecessore, licenzierà la bella ma scarsa direttrice d'orchestra Beatrice Venezi che Sangiuliano, per volere di Meloni e per fare un regalo alla premier, ha nominato sua consigliera, senza che abbia i  numeri di professionalità, eccellenza, ed esperienza necessari? Chi lo pensa è un illuso, perchè vorrebbe dire che Giuli si rivolta contro la premier, di cui è fedelissimo, più della Venezi.

 E del resto che Giuli si metterà nel solco meloniano tracciato da Sangiulinao, sta a dimostrarlo la chiamata del ministero a Bocelli  per Pompei, nel caso si ponga mano al piano B per il G7 dei Ministri della cultura, dopo lo scandalo Bpoccia Sangiulinao e la cancellazione del concerto della 'Nuova Scarlatti' diretto da Venezi. Davvero in Italia non c'è di meglio di quell'orchestra,  che non è gloriosa come quella da cui ha ereditato il nome e non certamente la eccellenza, e di quella direttrice, contestatissima non per ragioni politiche, caro Giuli?

 La chiamata di Bocelli, eventuale, fa il bis con la presenza del tenore  in Puglia al G7, voluto da Meloni che gongolava ad ogni acuto, senza capire un tubo della musica che ascoltava. Siamo alla conferma del meglio del meno peggio italiano in campo musicale.

 Ma allora perchè non hanno chiamato 'Il Volo'?  Avrebbero così esaltato e confermato ciò che di più dozzinale circola in Italia: Bocelli, Il Volo, Beatrice Venezi.

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