lunedì 19 agosto 2024

Accanimento organizzativo per Mario Brunello

  Mario Brunello lo conosco da molti anni. Da prima che vincesse il prestigioso premio a Mosca. Se la memoria non mi inganna  lo incontrai la prima volta ad Assisi (Festa Musica Pro, 1981, direttore artistico e dei corsi di perfezionamento Giuseppe Juhar; vi insegnavano  Franco Ferrara, Sandro Vegh, Carlo Zecchi, Paul Badura-Skoda - fra gli allievi Alexander Lonquich, 21 anni - Dino Asciolla - fra gli allievi Tabea Zimmermann, 15 anni appena - Giuseppe Anedda mandolinista ed altri colossi musicali) - dove studiava violoncello con  Antonio Janigro;  suona un prezioso violoncello Maggini dei Seicento, appartenuto ad un altro noto violoncellista, Franco Rossi.

 Poi vinse il Ciaikovskij, a Mosca nel 1986, primo italiano, ma in Italia nessuno se lo filò a seguito di quella importantissima affermazione internazionale.  

Dirigevo allora Piano Time e scrissi un editoriale in sua difesa, accusando gli organizzatori italiani di snobismo ed imperdonabile cecità: neanche il Premio Ciaikovskij  era per loro garanzia di valore, occupati com'erano nei loro traffici con le agenzie (forse immediatamente dopo la vittoria, Brunello un'agenzia non l'aveva ancora).

 Per fortuna, successivamente, il suo valore venne riconosciuto, ed oggi Brunello è certamente fra i migliori e più acclamati violoncellisti, apprezzato anche per il suo spirito di iniziativa ( Antiruggine ne è stato un esempio) e  per la sua curiosità (violoncello 'piccolo' per Bach).

 Senonchè da alcuni anni a questa parte, oltre che presente in stagioni, rassegne e festival, lo vedo indaffarato, indaffaratissimo anche nell'organizzazione musicale.

 Attualmente, se mi sono documentato a dovere e nulla  mi è sfuggito, Brunello è direttore artistico dei Festival 'Arte Sella', 'I suoni delle Dolomiti', 'Stresa-Lago Maggiore' e della stagione musicale del 'Teatro Toniolo' di Mestre. Direttore artistico è anche del Concorso per Quartetto d'archi ' Premio Borciani' di Reggio Emilia.

A me sembra troppo. Per lui naturalmente. Temo che possa danneggiare il suo lavoro di interprete, togliendogli tempo ed energie.

                                        Affettuosamente, Pietro Acquafredda

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