sabato 6 luglio 2024

La vita dei coniugi Bozzoli non è sconvolta dalla condanna ma dall'atroce assassinio (da Il Messaggero, di Elena Cursi)

 Antonella Colossi e Giacomo Bozzoli erano una delle famiglie più in vista del bresciano. Lei bionda e raffinata, erede di una famosa galleria d'arte, la Colossi Arte Contemporanea in centro a Brescia, che i suoi nonni fondarono negli anni ’70 e dove lei lavora insieme a suo padre e alla sorella. Lui, imprenditore palestrato, folti capelli castani tirati indietro e un abbigliamento alla moda. Si sono conosciuti dodici anni fa. «Un grande amore», racconta chi li conosce, da cui è nato un bambino di 9 anni. Ed è stato proprio a loro figlio che la coppia ha dovuto spiegare cosa stava succedendo dopo una fuga durata più di una settimana. 

   

Lo abbiamo detto al bambino

Lo ha raccontato Antonella sentita dai carabinieri come persona informata sui fatti dopo che lei è il bambino sono rientrati entrambi in Italia, la coppia ha comunicato al figlio quanto stava accadendo. «È stato uno choc dover dire che il padre si sarebbe allontanato», ha riferito la donna ai carabinieri. C'è stata anche una tappa all'acquario di Valencia durante la fuga. Dopo una notte passata in Costa azzurra, a Cannes, la famiglia si è spostata in Spagna e prima di raggiungere Marbella dove è stata fino al 30 giugno e si è fermata anche all'acquario di Valencia.  Antonella, 42 anni a settembre, è sempre stata convinta, fin dal primo grado di giudizio, dell’innocenza di Giacomo Bozzoli. Una convinzione granitica, mai scalfita nemmeno dalla conferma del carcere a vita arrivata prima in Appello e poi Cassazione. Per questo non ha esitato a seguire il marito in una fuga dall’Italia programmata ancora prima del verdetto definitivo degli ermellini.

 

Una vita sconvolta

Giacomo Bozzoli e Antonella Colossi, la vita da sogno tra ville e abiti firmati distrutta dalla condanna. Lei: «A nostro figlio abbiamo detto che papà doveva allontanarsi»

La loro bella vita, trascorsa nella loro villa di Soiano «in una posizione invidiabile» o in quella di Ortisei, località di montagna vip in Alto Adige, era stata improvvisamente scossa dalla morte dello zio di lui, Mario, ucciso nel 2015. Nel corso di un’udienza del processo, nel gennaio del 2022, Antonella rispondendo alle domande del difensore di Giacomo aveva detto che la tragedia della fonderia di Marcheno le aveva sconvolto l’esistenza: «In questi anni ci hanno vessati in tutti i modi possibili e immaginabili. Ho sofferto di attacchi di panico, avevo sempre addosso la Procura e i carabinieri, anche quando andavo dal parrucchiere. Avevo anche smesso di allattare...». 

 

La scelta della riservatezza

Da allora Antonella e Giacomo si erano chiusi nella loro famiglia: «Mai visti né incontrati al bar, in chiesa o in un ristorante», ha raccontato il sindaco di Soiano Alessandro Spaggiari. C’era da parte loro la speranza che dalla Cassazione sarebbe uscita un’assoluzione. Invece, il primo luglio, anche quella speranza svanisce. Il cedimento emotivo che ne segue e la scelta di scappare. Lei e il figlio seguono il ompagno, fino a ieri quando decidono di tornare in Italia da soli. Bozzoli è ancora latitante. Dov'è?

 

Il racconto confuso di Antonella

Il racconto di Antonella, che al momento non risulta indagata, è confuso: «Il 23 giugno scorso siamo partiti tutti e tre in auto per una vacanza in Spagna». Per far stare il bambino il più sereno possibile»: senza telefonini pare, però. O forse uno solo, proprio quello di Antonella, che — stando alla sua deposizione a tratti confusa — avrebbe perso la prima notte a Cannes. Un soggiorno prenotato, in realtà, già dal 20 e fino al 30 giugno in un hotel di Marbella con i documenti di Giacomo Bozzoli. La sua Maserati Levante sarebbe stata immortalata all’alba del 23 giugno alle 5.51, 5.53 e 6.03 dai portali e dai lettori targa di Manerba e Desenzano del Garda: «A bordo eravamo noi». E il giorno prima a Soiano alle 17.47. «Siamo sempre stati tutti e tre insieme, fino alla sera della sentenza». Il verdetto del 1 luglio che segna la condanna a vita di Giacomo e lo «turba moltissimo, era scosso». E uno spartiacque da cui non si torna indietro. Antonella assicura di aver cercato di «convincerlo» a costituirsi, invano. Quindi le loro strade si siano divise, non senza vuoti di memoria «a causa dello shock», dice lei: «Ci siamo separati, non ho idea di cosa abbia fatto Giacomo e dove sia dopo il primo luglio», ha ribadito Antonella.

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