giovedì 20 giugno 2024

Sangiuliano in confusione: italianista e discontinuista. Ora l'uno ora l'altro

 Ieri, a Ercolano, per l'ennesimo taglio di nastro, il nostro Ministro della cultura, Sangiuliano che su Napoli e la Campania sta facedno piovere miliardi di finanziamenti - meno male! - non ha mancato di sottolineare alcune linee programmatiche del suo mandato ministeriale: " Io non sono un ministro da Ztl - ha detto e ripetuto - ma ho sempre  aperta la porta del mio ufficio". Come a dire entri chi vuole, sono sempre pronto ad ascoltare i consigli di chicchessia. 

 Innanzitutto bisognerebbe chiedere al ministro dalla porta aperta, se non vada a 'casetta sua' in zona Ztl, una volta lasciato l'ufficio. E poi magari ricordargli che chi abita in zona Ztl  il più delle volte si è conquistato quella condizione di privilegio magari con studio ed impegno. Come non sembrano aver fatto tanti esponenti del suo partito che, dopo studi telematici (sono studi sempre affidabili? non stiamo constatando che in Italia esistono troppi diplomifici?) o, in altri casi, quelli fatti nella facoltà di Colle Oppio a Roma, si sono buttati nell'agone politico anima e corpo, e magari anche con troppo corpo.

 E poi ci sarebbe la questione 'stranieri a capo di importanti istituzioni culturali italiane'. Se ne parlò all'inizio di questa legislatura, pensando alla Scala ed al San Carlo, non , invece agli Uffizi, dove comandava il tedesco  Eike Schmidt. che a Sangiuliano andava bene perchè delle sua stessa parte politica.

 Più avanti il ministro, cui faceva da basso continuo l'allora sottosegretario Sgarbi, cominciò la sua demolizione dei due sovrintendenti  lirici, non quella del direttore del celebre museo fiorentino. Anzi, quest'ultimo lo promosse, a fine mandato nominandolo a Napoli.

 Ma Schmidt e Sangiuliano avevano in testa un altro progetto: candidare a Firenze come sindaco l'ex direttore degli Uffizi, per il dopo Nardella. E Napoli? Temporaneo allontanamento per la campagna elettorale.

 La cosa non è piaciuta affatto ai napoletani i quali hanno detto pubblicamente a Schmidt: non penserà di  tornare a Napoli, come se nulla fosse, in caso di sconfitta elettorale, quasi certa? Staremo a vedere.

Ma la confusione di Sangiuliano è cronica. Questa volta riguarda Torino ed il celebre Museo Egizio  che da  anni è retto magnificamente dalla coppia italianissima Greco-Christillin. A Sangiuliano quella coppia non sta bene e si attacca alla discontinuità non potendo attaccare l'italianità. Perchè Christillin non è della sua parte politica e  perchè Greco avrebbe fatto uno sgarbo all'allora Meloni, capo dell'opposizione e non ancora premier, ma ignorante, che non riuscì a capire che fra coloro che parlano la lingua araba ed i musulmani(di religione) c'è una bella differenza: non coincidono (la storia è stata raccontata più volte ed anche noi l'abbiamo ripresa nei giorni scorsi). 

Sangiuliano vuole lavare quell'onta contro l'attuale sua 'dante lavoro' al governo, licenziando Christillin, per metterci al suo posto l'italianissimo egiziano, archeologo, che ha superato i settantasette anni. Almeno sulla competenza nessuno può attaccarlo.

Insomma zero in tutte la materia a Sangiuliano. Che, perciò, farebbe bene a frequentare di più la Ztl dove simili castronerie difficilmente vengono tollerate e addirittura perfino ventilate.

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Chi è il candidato di Sangiuliano al Museo Egizio di Torino?

 Zahi Hawass, che ha ricevuto più volte critiche nello stesso Egitto per la sua gestione ritenuta autocratica dei reperti. Il Faraone, così viene chiamato, ha poi il gusto di frequenti apparizioni pubbliche con tanto di cappello da Indiana Jones e presenta nel curriculum oltre a molti onori anche qualche indagine per corruzione e spreco di denaro pubblico. Fu perfino costretto alle dimissioni da ministro rischiando il linciaggio della folla.

Questo signore di 77 anni sarebbe  il candidato ideale a succedere alla Christillin? 

Si porrebbe anche un tema di divisione dei compiti con Greco, il cui secondo mandato scade a fine maggio 2025. Il direttore vorrebbe rimanere fino alla pensione per continuare il lavoro che è sempre stato il suo sogno e di Torino è diventato ormai un simbolo di eccellenza. Due egittologi al vertice però sembrano troppi.

 Il tandem attuale funziona perché Greco studia, ricerca e organizza e Christillin risolve ogni problema burocratico, amministrativo e finanziario.

 C’è un’altra questione che gli esperti temono riguardo a questa possibile scelta. Hawass è uno dei grandi sostenitori della restituzione dei reperti antichi ai Paesi di origine.

Di questi giorni è la sua campagna sulla Stele di Rosetta, custodita al British Museum di Londra, per cui avrebbe raccolto migliaia di firme. Richiesta che potrebbe avvenire per altri reperti. Anche se il Museo Egizio in teoria non avrebbe molto da temere, poiché non ha ad ora istanze di restituzione in corso e la sua collezione è stata in gran parte acquistata dai Savoia attraverso l’esploratore Bernardino Drovetti o proviene da missioni italiane in accordo con l’Egitto come quella di Ernesto Schiapparelli. Il Tempio di Ellesija è stato addirittura un regalo in cambio dell’aiuto nella costruzione della Diga di Assuan.



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