Benedetta Porcaroli è una giovane Maria di Nazareth “ribelle”, che non accetta il suo destino; vuole imparare a leggere e a scrivere, emanciparsi, fuggire lontano e scoprire il mondo. In Giuseppe, Alessandro Gassmann, più grande di lei, trova un maestro di vita e un complice, non avendo però fatto i conti con i sentimenti e il disegno divino che le viene presentato dall’angelo dell’annunciazione.
Una Maria modernissima, Benedetta Porcaroli: “È un’eroina al cento per cento. Questa ragazza ha così tanti passaggi emotivi che per me è stato commovente interpretarla, mi sono ispirata a tutto quello che ho visto, eroi, eroine, a tutto quello che per me significa una lotta per la libertà, che poi è quello che facciamo tutti fondamentalmente, lottiamo per la libertà”.
Alessandro Gassmann è un uomo fuori dal suo tempo, aperto: “È un saggio, ha viaggiato molto, conosce le cose, e quello è il punto di contatto con una ragazza ribelle e intelligente come Maria. È l’incontro di due solitudini, che si scoprono e risolvono le loro esistenze con questa relazione che nasce, ho trovato molto interessante nel film l’umanizzazione di questi personaggi”.
Il regista Paolo Zucca pensava a questo film con Barbara Alberti da 15 anni; rispetto al libro, che è raccontato in prima persona da Maria, è più approfondito il personaggio di Giuseppe e il finale è diverso: “Abbiamo fatto un lavoro preciso, certosino, sui dialoghi, ogni parola che dicono i personaggi siamo andati a vedere se nella Bibbia esiste; Quando non c’era l’abbiamo cambiata e riscritta, secondo me è stato un lavoro invisibile ma importantissimo”.
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