venerdì 17 maggio 2024

Carlo Fuortes ne sa sempre una più del diavolo. Per ogni situazione la ricetta giusta

Il praticantato nel mondo dello spettacolo, Carlo Fuortes se lo è fatto agli inizi degli anni Duemila a  'Musica per Roma', il grande complesso architettonico disegnato da Renzo Piano per lo spettacolo dal vivo, dove oltre la programmazione affidata all'estro di Fuortes, vi erano ospitati anche altri eventi (Festa del Cinema) e manifestazioni varie dalle convention a mostre mercato di vario genere, dai fiori al 'cibo di strada' ecc... E naturalmente tenendo presente che lì stabiliva la  sua nuova dimora fissa l'Accademia di Santa  Cecilia con la sua attività concertistica ed il pubblico acquisito.
 Qualche tensione, in quegli anni, con le istituzioni soprattutto musicali della città e l'aggiustamento successivo dei giorni dei concerti per non farli coincidere con le adunate oceaniche, spesso di 'scalmanati'  allo Stadio Olimpico di domenica.
 Quando cambiò mestiere andando al teatro dell'Opera di Roma, molti temettero che Musica per Rona non sarebbe stata più la stressa senza l'immaginifico Fuortes. Diagnosi errata perchè  il complesso di Renzo Piano offre molte possibilità al programmatore e garantisce, con vari espedienti - come da 'affittacamere di lusso' - per far quadrare i conti. 
 In seguito altre istituzioni che non hanno una sede propria  si sono fatti ospitare  all'Auditorium ' Musica per Roma - Ennio Morricone' 
(Roma va forte con le intitolazioni plurime, non bada a spese!), come il Festival Romaeuropa. Insomma  l'Auditorium  ha continuato a viaggiare a gonfie vele anche senza l'ammiraglio Fuortes.
 Il quale ammiraglio , passando poi a dirigere l'Opera di Roma non è riuscito a capire che il l'Opera era cosa diversa dall'Auditorium, per cui, appena ha potuto, specie a Caracalla, ha mischiato 'sacro e profano', ha proclamato infinite vittorie  di pubblico ( anche truccando un pò i dati che non lo davano vincitore assoluto), anche perchè in qualche caso i concerti  'leggeri' erano più numerosi delle rappresentazioni liriche. Ma lui faceva di tutta l'erba un fascio e cantava vittoria. 
Non va poi dimenticato che, arrivando all'Opera di Roma, il famoso 'manager della cultura' Fuortes, formatosi alla scuola di celebri economisti (ma non sempre i meriti dei primi si riversa nei secondi, come, del resto anche le colpe), ebbe l'ardine di partire con il piede sbagliato facendosi ridere dietro da gran parte del mondo musicale internazionale,  con quella sua balzana proposta di 'esternalizzare orchestra e coro'. In  un teatro d'opera. Per abbassare i costi- Una genialata.
 Comunque poi all'Opera se l'è cavata, nel lungo periodo, nonostante spese, talune azzardate, come quella Traviata che solo in una decina d'anni  e molti imprestiti ha coperto le spese iniziali.
 Occorre infine aggiungere che Fuortes ha avuto sempre un a stampa favorevole ( grazie, impegnando  da Musica per Roma giornalisti di alcune testate importanti, ma anche radio e tv, l'occhio di riguardo se lo assicurò).
Tale occhio di riguardo è stato stigmatizzato anche dalla bravissima  Concita De Gregorio su Repubblica, e noi che invece tale occhio di riguardo non lo abbiamo mai avuto per Fuortes, e non per partito preso, ci siamo meritati dalla giornalista un elogio che ci avrebbe dovuto inorgoglire: 'lei è un attento lettore' - che ci ha dimostrato come Concita, forse per la troppa fretta e la frenetica attività in molti campi, non ha capito qual è il nostro mestiere, oltre quello dell'attento lettore!. Grazie lo stesso.)
 Adesso Fuortes è sbarcato a Firenze, circondato dalla solita aura del bravo manager della cultura, che si spera anche salvatore del Maggio da sicuro prossimo affondamento, dopo i tanti naufragi degli anni passati, e per Firenze ha già in tasca la ricetta ad hoc: la cavea del nuovo complesso del Maggio trasformata in palcoscenico estivo sia dell'opera che - udite udite - di altra roba.
 A Firenze, come a Roma altre istituzioni che operano nel campo dello spettacolo dal vivo si ribelleranno a tale selvaggia occupazione? Forse, adeso non possiamo sapere.
 Ciò che invece sappiamo è che Firenze non è Roma, a partire dal fatto che ha una popolazione che è 1/10 di quella della Capitale.
Che è poi la stessa considerazione,  ma all'incontrario,  che abbiamo fatto per Ortombina, il bravo amministratore della Fenice, che è stato catapultato alla Scala di Milano, per saziare la famelica italianità della Destra al potere.
 Ci si comporta come in tv, commettendo lo stesso errore della tv, dove si pensa che un bravo presentatore ( bisogna anche vedere quanto bravo, se veramente bravo, o bravo per decreto governativo) di un certo programma possa esserlo altrettanto per qualunque altro genere di programma.  Quando l'esperienza  avrebbe già dovuto 
insegnare che così  non è. Ma questo accade anche perchè chi sbaglia, in detti ambiti, non paga. Paga Pantalone!

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