"Il padiglione di Israele che decide di non aprire, doppiamente, totalmente, nell'assoluto della verità capovolge l'atto estremo scelto dall'artista nel mettersi in opera a servizio della verità: il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. E questo, per dirla con Magritte, non è un padiglione, è un fatto d'arte, è il genio dell'arte che sa trovare risposta". Lo ha detto il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, alla conferenza stampa di presentazione della 60/a Biennale d'Arte.
"In tempo di guerra - ha proseguito Buttafuoco - è necessario e urgente che i saggi, gli artisti, l'aristocrazia del pensiero facciano argine alla catastrofe incontrandosi, parlandosi, misurandosi nella dialettica. Io me ne assumo la responsabilità e dico che questa è uno strumento di pace, è l'agone dove misurare la vicinanza tra le culture, i popoli, le religioni e le più irriducibili differenze. La Biennale diventi il punto alto di intersezione dove concorrano i raggi di una stessa luce", ha concluso.
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