mercoledì 6 marzo 2024

Se la prof. Di Cesare avesse tenuto a mente il famoso detto biblico: prompta... e poi la sua replica alle critiche

Dalla Bibbia un consiglio di saggezza: promptus ad audiendum, tardus ad loquendum - che tradotto per i tantissimi analfabeti italiani, anche fra i ceti cosiddetti medio alti, significa: il saggio è colui sempre pronto ad ascoltare e lento, perchè lo fa solo dopo aver riflettuto, a parlare.

 Oggi si potrebbe aggiornare nel seguente modo: promptus ad legendum, tardus ad scribendum , considerando che la ,comunicazione verbale è stata sostituita da quella in assenza, o a distanza, dunque scritta o registrata ed inviata.

 E' accaduto, l'altro ieri che la prof. Antonella Di Cesare, regina dei salotti tv di sinistra , cattedratica di filosofia teoretica alla Sapienza, abbia,  alla morte di Barbara Balzerani, ex BR, moglie di Curcio, presente a Via Fani, nel rapimento di Aldo Moro, le abbia espresso solidarietà, nel senso che alcune sue battaglie erano anche quelle della DI Cesare, pur no avendone mai condiviso la lotta armata che ha sempre condannato, perchè dopo le idee, le nostre vie si sono divise.

"La tua rivoluzione è stata anche la mia, le vie diverse non cancellano le idee, con malinconia un addio alla compagna Luna", 

 Più chiaro di così? soprattutto nel caso del femminismo, è stata costretta a spiegare la prof che, poi, avendo capito quanto inopportuno fosse stato quel suo tweet, l'ha cancellato.

 L'università, per bocca della sua Rettrice, prof.  Polimeni, si è sentita in dovere di intervenire per condannare quell'intervento inopportuno della Di Cesare, anche perchè l'Università aveva pagato col sangue la 'via' armata delle BR.

 Ora, senza voler dare consigli alla Di Cesare, ci sentiamo per lo meno di ripeterle quel detto di saggezza: prompta ad legendum, tarda al scribendum. Se avesse riflettuto qualche attimo avrebbe evitato quell'intervento inopportuno sui social - maledetti che la saggezza non sanno neppure dove sta di casa, e che a riflettere, prima di scrivere, non ci pensano neppure. 


Per aver parlato troppo presto e forse anche inopportunamente, Donatella Di Cesare è stata costretta a precisare, per giustificarsi:

 "Sono stupita e sconcertata per la tempesta che si è sollevata. Leggo dichiarazioni di ministri che mi stigmatizzano con parole molto pesanti. Sono sempre stata lontana da ogni forma di violenza. Lo testimoniano la mia vita, i miei scritti, il mio insegnamento. Ho ricordato la morte di Barbara Balzerani da cui sono sempre stata distante. In quel contesto ho accennato a quella trasformazione radicale a cui la mia generazione aspirava. Alcuni hanno scelto la lotta armata; io ho preso la strada del femminismo. Ho sperimentato la violenza di quegli anni in prima persona, quella di molti fascisti". Così la docente Donatella Di Cesare.

"Si parla troppo poco di quel periodo - aggiunge la docente parlando con l'ANSA - mentre si dovrebbe aprire un confronto". La professoressa si è infine detta "dispiaciuta" per il fatto che "ci siano attacchi pretestuosi anche da parte di esponenti del governo contro di me, che non so come interpretare". (ANSA).


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