lunedì 11 marzo 2024

Perchè non si dichiareranno mai antifascisti. Sul caso Paolo Signorelli jr.

 Questi giorni si parla molto di Paolo Signorelli jr. , nipote di Paolo Signorelli e figlio di Luca, assunto come capo ufficio stampa da Lollobrigida, per il suo ministero, quarantenne, giornalista pubblicista che ha già lavorato per il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Foti.

 E se ne parla, con una certa animosità, perchè si fa capire, senza dirlo esplicitamente, che il nipote di uno degli esponenti del fascismo romano negli anni Settanta-Ottanta, non può che essere fascista come suo nonno, del quale porta anche il nome per volere di suo padre Luca, omonimo nientemeno che del grande pittore. 

E'  del tutto evidente che non si possono far ricadere sul nipote, sempre  che non ne abbia di sue, colpe che sono da imputare solo a suo nonno e, non sappiamo, se anche a suo padre, del quale non abbiamo mai sentito parlare, noi che lo avemmo allievo al liceo, dove avevamo collega suo padre Paolo, che insegnava filosofia.

 Accadeva alla fine negli anni Settanta, quando abbiamo insegnato al Liceo classico 'Gaetano De Sanctis' che aveva sede in via dell'Acqua traversa, agli inizi di via Cortina d'Ampezzo, angolo via Cassia.

 Paolo Signorelli lo abbiamo visto poche volte, e relativamente alla strage alla stazione di Bologna, per la quale venne indagato  poi condannato ed anche assolto, se siamo bene informati, lo si vide pochissimo a scuola.

 Suo figlio Luca, abbiamo detto, era nostro allievo, non  si metteva in mostra era,  almeno così sembrava, silenzioso, benchè dichiaramente ostile nell'atteggiamento ( per la semplice nostra colpa di essere iscritto alla CGIL) in  una classe in cui c'erano anche parecchi studenti di sinistra. Ne ricordiamo i  nomi di alcuni, che hanno fatto poi  carriera nel giornalismo: Cappelli, Marrazzo, La Rocca, Stagno ed altri.

 Luca,  però, assieme ad altri fascisti dichiarati - come indicarli altrimenti - non necessariamente studenti del Liceo, ogni mattina, davanti al bar di fronte all'istituto, componeva il presidio che  minacciava, spintonava, insultava sia studenti che professori' di sinistra'. Lo stesso che poi, fuori dagli orari scolastici, e più frequentemente con  il favore delle tenebre, compiva spedizioni punitive delle quali avevamo notizia quasi quotidianamente. Insomma un  periodo di infermo della nostra lunghissima carriera di insegnante.

 Ora, quelli erano fascisti? Vogliamo dire che Paolo Signorelli, anche  scagionato degli atti di terrorismo imputatigli, non era fascista, e che  non lo era suo figlio Luca? Impossibile negarlo.

 E  che Paolo Signorelli jr. che sembra stia facendo carriera politica nelle file di Fratelli d'Italia, non sia fascista come suo padre e come suo nonno? Difficile non pensarlo, e impossibile non dedurre che Lollobrigida che ha la stessa matrice politica, come la Premier, sempre in quella palude torna a pescare quando può.

 E, allora, come si può domandare - pretendendolo, Costituzione alla mano -  a Lollobrigida, Meloni, e, ora, anche a Paolo Signorelli jr. di dichiararsi antifascisti?


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