La scelta di bocciare la riforma del Mes non preoccupa più di tanto i Fratelli d’Italia. Quando la deputata Ylenia Lucaselli arriva in Transatlantico e comunica al collega Walter Rizzetto la decisione di votare contro la ratifica lui reagisce con una battuta: «Allora domani mi conviene vendere i pochi titoli che ho». E giù risate, alla faccia di Bruxelles. Poco più in là va in scena un confronto goliardico, ma senza sconti, tra il sottosegretario leghista all'Economia, Federico Freni, e il deputato di Italia Viva Luigi Marattin. Quest'ultimo, primo firmatario della legge di ratifica della riforma del Mes, su cui il governo ha dato parere contrario, si avvicina con aria sorniona al sottosegretario, muovendo le mani come a dire: «Ma che state facendo». Freni sta spiegando ai giornalisti i motivi che hanno portato alla decisione di stoppare (probabilmente solo rinviare) il via libera al trattato europeo. Sorride e mette le mani avanti: «Che vuoi da me, mica sono io che decido». Marattin, però, non molla: «Eppure ieri in commissione è venuto uno che ti somigliava e diceva il contrario di quello che sostieni ora - lo sfida - era uguale a te, solo un po' più sveglio». Freni incassa con sportività: «Ringrazia che sei simpatico, se no ti davo un calcio nelle palle qui davanti a tutti». Tono scherzoso, ci mancherebbe, ma evidente imbarazzo. Marattin fa per andarsene, ma poi torna sui suoi passi e infierisce: «Siete ancora in tempo, ripensateci, evitate questa figuraccia».
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