giovedì 9 novembre 2023

Riccardo Muti alla Fondazione Prada: aiutiamo i musicisti (da Il Giornale, di Piera Anna Franini)

 


"Aiuti ai musicisti. Basta parlare di Måneskin"
"Aiuti ai musicisti. Basta parlare di Måneskin"

Due giganti tricolore si alleano per la seconda volta per sostenere i talenti della musica, ed è già siglata per il 2025 la collaborazione numero tre: sarà nel segno del Don Giovanni di Mozart. Di qua il direttore d'orchestra Riccardo Muti, forte di mezzo secolo ai vertici dell'arte, di là Miuccia Prada e il marito Patrizio Bertelli che dopo l'edizione del 2021 tornano a sostenere la Riccardo Muti Italian Opera Academy. E così, dal 18 al 29 novembre, alla Fondazione Prada di Milano quattro aspiranti direttori d'orchestra selezionati fra 300, l'orchestra Cherubini, pianisti accompagnatori e cantanti andranno a costruire Norma di Vincenzo Bellini guidati da Muti. Il made in Italy è anche questo, e in quanto tale è appetibile: bocche cucite, ma pare che l'edizione del 2024 sarà in terre lontane andandosi a sommare alle masterclass già avviate a Tokyo.

C'è una parte del mondo curiosissima dei saperi che noi stiamo disperdendo. «Siamo il Paese con la storia della musica più lunga del mondo, ma tutto rischia di disperdersi». E Muti lancia l'ennesimo appello, «dobbiamo preoccuparci delle nuove generazioni. Il nostro Paese andrà altrimenti a sbattere contro un muro. I giovani sono pronti a recepire, siamo noi che non vogliamo ascoltarli. La città di Seul ha 20 orchestre sinfoniche, noi non le abbiamo nell'intera Italia. Dovremmo aiutare a scoprire il mondo fantastico dei suoni a partire dalla materna fino all'università». Muti è nella Milano che per 20 anni lo ha visto direttore musicale della Scala, dove tornerà il prossimo gennaio alla testa della Sinfonica di Chicago. Sono stati decenni di gioie e qualche burrasca, che ancora pesa sull'animo d'artista. «Non ci curiamo delle nostre radici. Stiamo bruciando i nostri rapporti con la cultura del passato. La casa del librettista Da Ponte è in vendita: è una vergogna. Stesso discorso per quella di Paisiello. Non parliamo poi di villa Sant'Agata di Verdi, non si capisce in che direzione stia andando. E a fronte di tutto questo di cosa scrivono i media? Dei rapper e dei Måneskin. I fari sono puntati sui cosiddetti eventi del momento, sulle aperture, ma non sono quelli i momenti culminanti della cultura di un Paese, sono mondanità». L'apertura della Scala è a un soffio. E c'è chi vi legge allusioni.

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