martedì 11 luglio 2023

L'Inno a Roma l'avrei proposto, per celebrare Puccini, anche nel Concerto di Capodanno dalla Fenice, al tempo della mia collaborazione. Ma Beatrice Venezi ha voluto provocare eseguendolo

Leggo delle polemiche seguite al concerto di ieri sera diretto da Beatrice Venezi  a Lucca, che ha inaugurato le celebrazioni per il centenario pucciniano, per aver Lei inserito un fuori programma, il ben noto Inno a Roma, scritto da Puccini per la Capitale e del quale poi si impossessò il Fascismo e successivamente anche l'MSI. 

 Quell'inno dall'incedere marziale, luminoso, come il 'sole che sorge'..., non avrebbe suscitato nessuna polemica se al governo non ci fosse oggi l'erede dell'MSI, e a dirigere il concerto una direttrice, di scarse capacità, ma fedelissima della Meloni e, addirittura, consigliera per la musica, del ministro Sangiuliano. Che è poi la stessa direttrice che a Nizza hanno protestato, perchè invitata a dirigere il prossimo Concerto di Capodanno, bollandola come 'fascista'.

 Dunque quell'inno non è fascista ed io, se ne avessi avuto l'occasione - ma devo confessare che ci avevo pensato, senza temere di incorrere nell'accusa di fascismo, perchè ne conoscevo l'origine; altrimenti anche della musica di Wagner si potrebbe dire la stessa cosa, essendo stata assunta dal Nazismo - l'avrei inserito in un programma del Concerto di Capodanno dalla Fenice.

 Nel caso però della Venezi, è del tutto evidente che la sua è stata una provocazione bell'e buona e, giudicata come tale, ha fatto nascere quelle polemiche. Insomma ha voluto forzare e  le reazioni, come prevedibile, sono venute.

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