Nel Bolognese riparte la rassegna Organi Antichi
Nel Bolognese riparte la rassegna Organi Antichi© Provided by ANSA

(ANSA) - BOLOGNA, 05 MAG - Giunta alla trentacinquesima edizione, la rassegna concertistica "Organi Antichi, un patrimonio da ascoltare" diretta da Andrea Macinanti (ricercatore, concertista e docente di Organo al Conservatorio Martini di Bologna) si aprirà il 6 maggio con il tradizionale appuntamento a Ca' de Fabbri, nel bolognese. Con i suoi oltre 600 concerti, sempre ad ingresso gratuito, finora Organi Antichi ha ospitato nelle varie chiese del territorio della città metropolitana (dove spesso questi strumenti sono cistoditi) alcuni dei maggiori musicisti del panorama internazionale. Una sorta di Organ valley, al pari della più nota Motor valley, che ha "permesso a migliaia di persone di entrare per la prima volta nel mondo della musica di qualità", ha sottolineato l'assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna, Mauro Felicori, tra i maggiori sostenitori della rassegna. 

In questi 35 anni Organi Antichi ha promosso il restauro di decine di questi preziosi strumenti, spesso vere e proprie opere d'arte. 

L'ultimo è quello di San Martino in Soverzano, un organo del Seicento. Della rassegna fa parte anche la Settimana Organistica Bolognese promossa del Conservatorio, dove però, è stato detto, "gli studenti scarseggiano". Come di consueto, anche quest'edizione di Organi Antichi mette assieme interpreti affermati e giovani promesse del concertismo, affiancando alla voce dell'organo quella di altri strumenti, come tromba, violino e fiati d'epoca. Il programma inizia con le sonorità dell'antico organo di Ca' de Fabbri per dipanarsi sino a dicembre in una serie di 12 appuntamenti che toccheranno vari luoghi della pianura, la città di Bologna (nella chiesa di Santa Maria della Vita), uscendo dall'ambito provinciale con gli appuntamenti col nuovissimo organo di Sant'Agostino e con quello settecentesco di Cento, nel ferrarese. "La nostra operosità è radicata nella convinzione che diffondere la conoscenza della ricchissima tradizione organaria del territorio bolognese e del grande repertorio musicale che esso può esprimere, - ha spiegato Andrea Macinanti - sia un atto di riconoscenza nei confronti di un passato ricco di arte, bellezza, cultura e fede". (ANSA).