domenica 7 maggio 2023

Macerata proteste per la programmazione dell'Arena Sferisterio( da Il resto del Carlino, di Chiara Gabrielli). Non era di moda l'insalata di generi per noi sempre e comunque indigesta?

 "L’amministrazione comunale mantenga ferma la vocazione alla lirica dello Sferisterio come prevalente su ogni altra iniziativa che pure, lodevolmente, si potrà organizzare nell’Arena". Lo chiedono i consiglieri del Partito democratico, Narciso Ricotta, Ninfa Contigiani, Maurizio Del Gobbo e Alessandro Marcolini con una mozione che sarà discussa nel prossimo consiglio comunale. Allo Sferisterio vengono sì svolte altre iniziative, "mai, però, sono state predominanti rispetto alla vocazione lirica – si legge –. Da anni allo Sferisterio si svolgono, a fine stagione estiva, anche dei concerti di musica pop, senza però far venire meno la centralità della stagione lirica". Quest’anno invece, si fa notare, sono in programma "ben otto concerti". Si tratta di The Lumineers, Simply Red, Deep Purple, David Garret, Mr. Rain, Robert Plant feat Suzi Dian, Madame e Massimo Ranieri. Il risultato, prosegue l’opposizione, è che così si ha "da una parte Sferisterio Live con un numero consistente di concerti e cantanti di elevata popolarità, dall’altra una stagione lirica che sotto la nuova direzione non ha creato con il territorio quell’entusiasmo delle precedenti gestioni (Micheli e Minghetti)". 

Per il Pd "si rischia di mettere in concorrenza i due eventi (stagione lirica e Sferisterio Live)". Tutto ciò "non fa altro che penalizzare" entrambe le iniziative, con il pericolo "più grave di offuscare la vocazione alla lirica dello Sferisterio. C’è il serio rischio di snaturare la vocazione dell’Arena alla lirica in favore di altri generi di rappresentazioni". Non è tutto. 

"Sulla stagione lirica – incalzano i consiglieri Pd –, la città investe ingenti somme di denaro per promuoverla e realizzarla, mentre i concerti di Sferisterio Live, pur attirando numerose persone in città, non lasciano nulla all’Associazione Sferisterio perché gli organizzatori, che ricevono in uso la bellissima Arena, rimborsano solo le spese di gestione e apertura del monumento, tenendo per sé tutto il resto degli incassi dei concerti". Per tutti questi motivi, "sarebbe opportuno fare una riflessione sulla vocazione futura dello Sferisterio", una riflessione "necessaria prima che le cose cambino nei fatti senza un confronto preventivo", concludono i consiglieri .


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Noi lo abbiamo scritto tante volte. Il fenomeno riguarda sempre più molte stagioni musicali cosiddette 'classiche' italiane, comprese ovviamente quelle 'liriche' che nei grandi spazi storici la fanno da padrone, come Caracalla e l'Arena di Verona.

 A Caracalla, sulla scia del pensiero debole di Fuortes, che dopo che era venuto via dall'Auditorium, voleva impiantare il modello 'auditorium' a Caracalla, anche Giambrione l'anno scorso ha programmato addirittura un mese di concerti di Baglioni e uno stesso numero di spettacoli (repliche comprese) liriche o di balletto. Ed anche quest'anno la solfa non cambia. 

 Il discorso riguarda da tempo anche l'Arena di Verona, dove la società che gestisce lo spazio oltre la Fondazione Arena ( ambedue ora in mano alla Gasdia)  ha introdotto spettacoli leggeri e sfilate di moda che con la vocazione areniana non hanno nulla a che fare. E l'artefice di tali commissioni di generi è stato proprio quel Mazzi (ex Sanremo) che ora è sottosegretario alla Cultura,. Tanto per non farci mancare nulla!

 Questi travasi di genere ubbidirebbero, secondo la vulgata di Fuortes che arrivò addirittura a teorizzarla, alla legge che il pubblico dei vari generi potrebbe mischiarsi con programmazioni miste e avvantaggiarle tutte. Illusione! 

 Noi non ci  crediamo, anche perchè nel caso di Verona o di Caracalla, il pubblico 'principe' è quello lirico che è anche in prevalenza 'internazionale', cosa che non può dirsi del pubblico , ad esempio, dell'Auditorium di Roma.

Ora, infine, da Macerata, si viene a sapere che  i promotori dei concerti pop o di altro, pagano allo Sferisterio le spese di allestimento, e si fottono per il resto l'incasso. Dunque se non resta nulla di quei concerti, non il pubblico, e neanche  parte degli introiti, perchè farli?

 La domanda  è lecita e logica, e va rivolta anche ai direttori artistici che pur di restare abbassano il capo davanti alle richieste anche le più assurde. Di servi è pieno il mondo, ma anche l'Italia e le Fondazioni liriche sulle quali - Meloni e Sangiuliano per il caso Lissner docent - vogliono comandare. Si prospettano tempi bui! 

                                                                                          ( P.A.)

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