Gratteri riempie di giovani l’auditorium Da Vinci: "Siate onesti, studiate per uscire dalla mediocrità"


"Siate liberi, onesti e generosi e studiate per diventare un’eccellenza e uscire dalla mediocrità". Parole di Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro e simbolo della lotta alla ‘ndrangheta, davanti alla platea – molti i giovani – che ha gremito l’auditorium ’Leonardo da Vinci’. Tanti non sono riusciti a entrare all’incontro sul tema della lotta alla ‘ndrangheta organizzato dalla rete Oltre, dalla Consulta provinciale degli studenti, dall’associazione ‘Con Nicola oltre il deserto dell’indifferenza’ e patrocinato dal Comune. Con Gratteri, presenti Antonio Nicaso, saggista massimo esperto di ‘ndrangheta, e gli avvocati Pietro Siciliano e Giuseppe Bommarito. Un’occasione per parlare "della malapianta che risale in Italia e si espande nel mondo" e conoscere un magistrato che vive sotto scorta e che fa delle lotta alle mafie professione e attività di divulgazione e che ha messo in guarda dal rischio sul territorio: "I clan arrivano nei territori, si insediano, votano e fanno votare, hanno loro candidati. La mafia è una sorta di agenzia di servizi che risponde ai bisogni sociali. Nelle Marche, come accaduto in Romagna, si impossessano di imprese in difficoltà, comprano alberghi, chalet, ristoranti e supermercati. Questo non desta allarme sociale, ma intanto si radicano, si relazionano con la comunità, diventano proprietari di società sportive. Poi portano la cocaina". Dalle domande degli studenti è emerso il lato più personale di Gratteri che ha più volte ribadito di "essere un uomo libero, internamente sereno. Tornassi indietro rifarei tutto, anche se certe volte ho paura, ma se muoio domani nessun problema perché ho avuto tante soddisfazioni dalla vita lavorativa e da quella privata". "A tutti dico – ha insistito – non bisogna avere paura, ma affrontare la vita e fare ciò che è giusto e che è utile per noi stessi e per la collettività". Non si è sottratto alle domande più tecniche, stroncando la riforma della giustizia Cartabia, definita "un disastro", rivendicando l’indipendenza dalle dinamiche del Csm: "Mi sono costruito una vita per dire quello che penso. Se avessi parlato meno certo avrei fatto più carriera, ma sono allenato a mangiare pane e veleno" e chissà se il riferimento era alla mancata nomina alla Direzione nazionale antimafia. Netto il giudizio sulla possibilità di estirpare la mafia: "Per batterla occorre un interesse politico, ma la verità è che la mafia serve al potere".