giovedì 4 maggio 2023

Decreto 'libera san Carlo per occupare Rai'. Qualche notizia in più ( da Nova News)

 

Consiglio dei ministriIl Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e dei Ministri dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, della salute Orazio Schillaci, del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, della cultura Gennaro Sangiuliano e per lo sport e i giovani Andrea Abodi, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici e società, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale. Lo rende noto il comunicato del Consiglio dei ministri.

Le nuove norme mirano a un riordino della disciplina in materia di amministrazione degli enti pubblici previdenziali, delle fondazioni lirico sinfoniche e delle società quotate. Inoltre, si interviene in materia di termini legislativi in scadenza nel settore sanitario, in quello fiscale, nell’artigianato e in relazione alla concessione del titolo onorifico a favore delle vittime delle foibe. In relazione alla governance degli enti previdenziali pubblici, si abolisce la figura del Vicepresidente, si prevede una modifica dei poteri del Presidente, che propone la nomina del Direttore generale (prima appannaggio del consiglio di amministrazione) e si prevede una modifica della disciplina del Direttore generale, stabilendo che lo stesso sia nominato dal c.d.a. su proposta del Presidente, duri in carica 4 anni (in allineamento con tutti gli altri organi, anziché 5) e sia scelto con procedura comparativa di interpello, come per i dirigenti della pubblica amministrazione, anziché tra i dirigenti interni o tra gli esperti della materia.

In via di prima applicazione, al fine di procedere agli adeguamenti dei regolamenti organizzativi e interni degli enti, si prevede che entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto-legge sia nominato un Commissario straordinario, con la conseguente decadenza dei presidenti, dei vicepresidenti e dei consigli di amministrazione. 


Per le fondazioni lirico-sinfoniche, si prevede il divieto di ricevere incarichi, cariche e collaborazioni per coloro che hanno compiuto il 70mo anno di età. Il Sovrintendente delle medesime fondazioni cessa in ogni caso dalla carica al 70mo anno di età; i Sovrintendenti attualmente in carica, che hanno compiuto i 70 anni di età alla data di entrata in vigore del decreto, cessano l’incarico a decorrere dal 10 giugno 2023. Nell’ambito delle società quotate, lo Statuto potrà prevedere che il consiglio di amministrazione uscente presenti una propria lista di candidati per l’elezione dei nuovi componenti del c.d.a. In particolare, fermi i requisiti già previsti in capo ai nuovi eletti dalla legislazione vigente per ciò che riguarda l’equilibrio di genere, la rappresentanza della lista di minoranza e l’indipendenza di uno o due componenti il c.d.a., tale lista dovrà essere presentata almeno 40 giorni prima dell’assemblea, in luogo dei 25 giorni richiesti per le altre.

Il Consiglio dei ministri inoltre, a quanto si apprende, ha deciso di rinviare la decisione sulla nomina del comandante della Guardia di finanza.

Via libera al decreto legge contenente norme sugli incarichi negli enti lirici

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge contenente norme riguardanti gli incarichi all’interno delle fondazioni lirico-sinfoniche. L’intervento normativo nasce da una generale esigenza di riordino di una materia segnata da evidenti incongruenze nella determinazione dell’età della pensione per i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche. E’ quanto si legge in un comunicato stampa del ministero della Cultura. C’erano, infatti, limiti diversi a seconda della provenienza e della nazionalità del soggetto. Una situazione che di fatto discriminava i cittadini italiani. Una prima differenza veniva fatta tra chi era già dipendente degli enti lirici, che poteva restare in carica, anche se pensionato, fino a 70 anni, e gli altri pensionati, ai quali invece si applicava il generale divieto di conferimento di incarichi nelle Pubbliche Amministrazioni. Per coloro, invece, che ricevono una pensione all’estero o comunque non percepiscono alcun trattamento pensionistico in Italia non si applicava alcun limite di età.

Vale la pena ricordare che per la generalità dei dipendenti pubblici, inclusi i dirigenti dello Stato, il limite massimo è di 65 anni, che al ricorrere di alcune condizioni può arrivare a 67

In ogni caso il limite massimo è di 70 anni, come per i magistrati e i docenti universitari. La norma di legge approvata oggi dal Consiglio dei Ministri interviene in più direzioni, ripristinando il principio di eguaglianza all’interno delle fondazioni liriche. Da un lato consente di conferire incarichi a tutti, pensionati e non, fino a raggiungimento della soglia dei settant’anni. Dall’altro fissa il limite ordinamentale inderogabile di settant’anni per la carica di sovrintendente: al raggiungimento di quell’età, il contratto si risolve di diritto. Infine, viene dettata una disciplina transitoria per chi ad oggi ha già raggiunto quel limite, al fine di consentire un’ordinata transizione e al contempo il ricambio generazionale...

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