sabato 4 marzo 2023

L'amore di Moravia per la pittura. Nasce anche prima che diventi uno scrittore affermato. La Galleria romana 'La Margherita' dice qualcosa ai curatori della mostra di Torino?

Dacia Maraini, a fianco dello scrittore per molti anni, ricorda: " Alberto frequentava tutte le gallerie romane, anche quelle d'avanguardia. come La Tartaruga e L'Attico, conosceva Cy Twombly... ; ma non può sapere degli anni '40, lei era una bambina, quando lo scrittore era legato a Elsa Morante, ed ambedue avevano un fraterna amicizia con un gallerista editore, Federigo Valli, titolare delle edizioni 'Documento'  e proprietario della galleria d'arte 'La Margherita'.

La frequentazione dell'editore e della sua galleria - la cui gestione Valli affidò a Gaspero del Corso e Irene Brin, sua moglie - non fu puro fatto occasionale e casuale, se in una storica foto ricordo ( primavera 1947) scattata nel giorno della 'Prima Comunione' del figlio di Valli,  Pietro,  capitataci sotto gli occhi, sono ritratti Moravia, Elsa Morante, Mino Maccari, Gianna Manzini, Enrico Falqui, Guglielmo Petroni, Annie Maccari e sua figlia, la piccola Brunetta, oltre i coniugi Valli, Maria e Federigo.

 Abbiamo  a ragione ricordato quella galleria, perchè era diventata un ritrovo di antifascisti, nonostante che Fedrigo Valli, il proprietario, godesse per  la sua attività di finanziamenti e protezioni del regime. Ed anche perchè, subito dopo la liberazione,  in quella galleria  si allestirono mostre di De Chirico (luglio 1944), Severini ( settembre 1944), Francesco Guardi e Pietro Longhi :"Disegni e tempere di pittori veneziani del '700"(ottobre 1944), Tamburi ( novembre 1944), Vespignani ( gennaio 1945), Gentilini , con la presentazione di Giorgio De Chirico (febbraio 1945), Savinio ( aprile 1945), De Chirico, presentato da Jean Cocteau (luglio 1945).

 Ugualmente interessante risulta l'attività della galleria prima della Liberazione,  nei primi anni '40, come  ha ricordato Giampiero Mughini: " In via Bissolati 12, di fronte  al palazzo dell'Ina, c'è la sua ( di Federigo Valli, ndr) galleria-libreria 'La Margherita', dove lavoravano insieme Irene Brin e Gaspero dal Corso. L'insegna della libreria l'ha disegnata Alberto Savinio. Scrittori e pittori romani fanno tutti capo  alla galleria. E Gaspero del Corso che ne fu direttore, aggiunge: "La Margherita era una libreria antiquaria e galleria ma anche un centro di riunione e di informazione antifascista. Venivano tutti, Bartolini, Bragaglia, Guttuso; c'era un'atmosfera straordinaria di collaborazione e di amicizia. Una volta fu Bragaglia ad avvertirci che sarebbero venute le SS per una perquisizione e infatti poi venero. Ci riunivamo spessissimo e nessuno ha mai tradito".

 Lo stretto legame tra Moravia e l'editore gallerista Federigo Valli è testimoniato anche da iniziative editoriali. Moravia scrive frequentemente per la rivista edita da Valli, Documento, mensile (uscito da gennaio 1941 a giugno 1943), e soprattutto fu proprio Valli a pubblicare il romanzo Agostino (riedito poi da Bompiani), febbraio 1944,  in 500 copie, illustrato con due litografie di Renato Guttuso.

Scrive Simone Casini, studioso moraviano e curatore delle sue opere: " Moravia sembra essere la personalità più attiva fra i collaboratori di Valli... Oltre a pubblicare i suoi importanti testi narrativi, Moravia dirige la collana saggistica 'Il moto perpetuo', che ospiterà il suo saggio :" La speranza, ossia cristianesimo e comunismo"... Si può insomma affermare che una delle principali attività di Moravia nel primo periodo della Liberazione, se non la principale, fu il lavoro per Documento (editore) più di sceneggiatore e giornalista. E' naturale perciò che Agostino venisse pubblicato nelle edizioni dell'amico Valli".

 Una precisazione. Le edizioni 'Documento', negli anni di attività che vanno dal 1941 al 1946, pubblicavano anche con altre sigle: come 'Edizioni La Margherita, Edizioni L'Aquario; Edizioni D.O.C..

 Le edizioni di Valli si distinguevano da ogni altra perchè  erano sempre accompagnate da opere di celebri pittori del momento. Nel caso di Moravia, il suo racconto La cetona (gennaio 1944) recava una acquaforte di Luigi Bartolini; e  Due cortigiane e Serata di Don Giovanni ( 1945) una tavola di Mino Maccari.

 Quanto,  infine, al mensile Documento, al quale Moravia, come altri bei nomi della letteratura, del giornalismo e della cultura dell'epoca, collaborò con regolarità -  pubblicò 13 scritti - firmando con il suo nome o con gli pseudonimi Pseudo, o Tobia Merlo, con i quali il regime gli consentiva di continuare a scrivere e pubblicare, va sottolineato che gli scritti erano sempre alternati a riproduzioni di opere fatte per l'editore Valli, spesso esposte nella sua galleria-libreria 'La Margherita'. Fra essi Savinio, Guttuso, Maccari, Tamburi, De Chirico, Capogrossi, De Pisis, Bartolini. A riprova che la frequentazione di pittori e delle loro opere era per Moravia una consuetudine avviata dagli anni '40,  e coltivata  da quando era poco più che trentenne.

 E che 'La Margherita' fu la prima  galleria che Moravia frequentò. Ben prima della 'Tartaruga' o de 'L'Attico' e delle altre gallerie romane ricordate dalla Maraini, negli anni della maturità e  all'apice del successo come scrittore, e non come il pittore che avrebbe voluto essere in alternativa. 

 

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