venerdì 10 marzo 2023

Firenze. Subito commissario, poi sovrintendente poi, tempo qualche anno, e di nuovo commissario e sovrintendente, secondo un canovaccio che conosciamo da una ventina d'anni circa. Finirà una buona volta?

 Sul destino del Maggio si va verso l’epilogo. E ora, per salvare il salvabile, bisogna mettere tutto in mano al già deciso commissario Onofrio Cutaia. Ma alla svelta. E’ per questo che, con irritazioni e motivazioni diverse, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e il sindaco Dario Nardella hanno concordato ieri sulla "necessità di avviare rapidamente l’azione di commissariamento e di condurla con spirito di leale collaborazione, anche al fine di sbloccare il pagamento degli stipendi dei lavoratori". Al momento infatti, col la diffida ministeriale a "non operare movimentazioni di alcun tipo sul conto di cassatesoreria dell’ente", in pratica non si pagano più neanche le bollette e il teatro è congelato in una sorta di limbo. Il laconico comunicato condiviso fra Roma e Firenze, è arrivato dopo il severo giudizio del ministro Sangiuliano, dopo la riunione fra il sindaco- presidente del teatro con le organizzazioni sindacali e l’incontro via call con il consiglio d’indirizzo della Fondazione del Maggio.

Il timore è che le procedure per l’insediamento del commissario Cutaia siano lunghe e che nel frattempo non si possano neppure pagare gli stipendi dei trecento lavoratori del teatro. E’ un preludio alla cassa integrazione? Il timore c’è. Salta la stagione? Forse qualche taglio sarà inevitabile.

Ieri il direttore principale Daniele Gatti e il sovrintendente dimissionario Pereira hanno presentato il prossimo spettacolo del Festival di Carnevale, in un’atmosfera surreale, da orchestra che suona sul ponte del Titanic. Ma del resto, bisogna crederci e lo show must go on.


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