domenica 8 gennaio 2023

Pussy Riot: Vergine santissima liberaci da Putin - cantavano già dieci anni fa ( da Music@, bimestrale, di Leporello))

  Tre ragazze giovanissime, le Pussy Riot, maschera in viso, hanno inscenato un concerto in una chiesa di Mosca, cantando ‘Vergine santissima liberaci da Putin…’. Legittima aspirazione, condivisa da chissà quanti altri russi e da chi, nel mondo, considera la presenza di Putin al potere un regime. Contro le tre ragazze s’è immediatamente scatenata la polizia moscovita e la gerarchia ortodossa, la prima arrestandole per aver recato offesa al premier russo, la seconda gridando al sacrilegio. 

Madonna, la celebre rockstar che a Mosca, durante un concerto s’è espressa a favore delle tre ragazze e della loro libertà è stata apostrofata dalla chiesa ortodossa come ‘prostituta’, e dalla nomenklatura russa ‘non gradita’. 

In verità una la libertà l’ha ottenuta, le altre due no; sono ancora sottoposte ad una durissima carcerazione, nonostante che una di esse abbia anche una figlia molto piccola. Per tale ragione aveva chiesto la scarcerazione, ma la polizia l’aveva condizionata alla sua partecipazione ad un concorso di bellezza in carcere, al quale Lei si è rifiutata di partecipare, definendolo una inutile pagliacciata; e la libertà le è stata negata. Ma dal mondo occidentale non s’è levata una unanime protesta contro la negazione di un diritto primario dei cittadini: esprimere valutazioni sui suoi governanti. Le due ragazze sono ancora in carcere; mentre da noi tutto tace. 

In Turchia un episodio analogo, che vede ancora una volta coalizzati contro la libertà di espressione il potere religioso e quello politico. Un noto pianista/ compositore turco, Fazil Say è stato condannato, lo scorso 15 aprile, da un tribunale di Istanbul a 10 mesi con la condizionale per dei tweet ironici sulla religione musulmana. La Corte lo ha riconosciuto colpevole di "insulti ai valori religiosi di una parte della popolazione". Say, che rischiava di essere condannato a 15 mesi di carcere, ha definito il processo a suo carico una 'causa politica' voluta dal partito Akp del premier islamico Erdogan. In Occidente è arrivata la notizia, ma contro il governo turco, nessuna protesta del mondo musicale occidentale. 

Stiamo diventando sordi ed insensibili ad ogni sopruso - riflette Leporello che pure non è abituato a firmare appelli a favore della libertà di espressione ed a partecipare a manifestazioni di protesta, qualora tale libertà venga calpestata. 

                                                                                                                                                                                  Leporello 

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