sabato 5 novembre 2022

Protestare prendendosela con le opere d'arte, danneggiandole, non serve a nulla. In piazza è meglio, e contro chi governa e può, anzi DEVE intervenire

Sta prendendo piede, purtroppo, una singolare protesta degli ambientalisti  i quali , per sensibilizzare l'opinione pubblica sui gravissimi problemi che corre il nostro pianeta, l'unico perché non ve ne è un altro, se la prendono con famose tele di grandissimi pittori, imbrattandole, o meglio tentando di farlo ( giacché per fortuna di quelle opere, in genere, sono protette da vetri) con minestroni di verdure o salse che potrebbero, in qualche caso danneggiarle davvero. E allora cosa ottengono? 

 Secondo il prof. Montanari, la loro protesta non è poi da condannare del tutto, perché il pianeta nel quale viviamo corre verso la sua rovina, e in quel caso che ce ne facciamo delle opere d'arte?

 Questa sua tesi l'abbiamo letta in una delle rubriche che settimanalmente tiene sui giornali. Ora, non sappiamo né possiamo dirlo, se il rettore dell'Università per stranieri di Siena, il prof. Montanari, sostenga queste tesi anche dalla sua 'cattedra' di rettore, e neppure possiamo insinuare che questi giovani appartenenti ai movimenti ambientalisti frequentano la sua Università.

 Abbiamo saputo, di recente, che  queste azioni dimostrative non si limitano solo ai musei o alle gallerie d'arte;  qualche giorno fa un dimostrante ha interrotto ad Amsterdam, il concerto dell'Orchestra Sinfonica di Milano. Con quale risultato oltre l'interruzione e l'irritazione del pubblico?

 Il pianeta sta male, molto male, ma né Manet, né Van Gogh o chiunque altro potrà fare nulla per guarirlo. E allora? Occorre protestare in altro modo e con altri, ai quali, che si imbrattino o danneggino opere d'arte, importa, alla fin fine, quasi nulla. 


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