domenica 1 maggio 2022

La 'bibbia' putiniana-lavroviana sulla guerra, le sanzioni, zelensky, gas e petrolio, e l'Italia 'traditrice'( da Il Mattino)

 «Una guerra nucleare non avrebbe vincitori, e quindi non ha senso parlarne». Lo ha detto questa sera il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, intervistato a Zona Bianca di Rete 4. Tuttavia, ha aggiunto, occorre «essere cauti, e non sottovalutare i rischi che esistono». Quanto alle affermazioni del presidente Vladimir Putin, secondo cui se minacciata la Russia risponderebbe «con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora», Lavrov ha precisato che si tratta dei missili ipersonici.

«Abbiamo cominciato ad interessarcene - ha aggiunto - dopo che gli Usa hanno stracciato l'accordo sulle armi missilistiche. E sappiamo che i missili americani non sono diretti alla Corea del Nord o all'Iran, ma contro la Russia e la Cina. Noi eravamo pronti a un nuovo accordo, che avrebbe incluso anche i nuovi sistemi, ma sono state interrotte da parte americana».

Il ruolo dell'Italia

Sul ruolo dell'Italia Lavrov sostiene che «alcune dichiarazioni di politici e media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche». «L'Italia - ha aggiunto Lavrov - è in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi è stata una sorpresa. Eravamo abituati all'idea che l'Italia, grazie alla sua storia, sapesse distinguere il bianco dal nero».

Il pagamento del gas in rubli

I Paesi europei importatori del gas russo, come l'Italia, devono pagarlo in rubli perché «hanno rubato» a Mosca le sue riserve valutarie in dollari e euro depositate presso le banche europee imponendo un congelamento nell'ambito delle sanzioni. Ha detto il ministro degli Esteri russo. «Voi pagherete comunque nella valuta prevista dai contratti - ha aggiunto - ma le forniture verranno considerate pagate quando queste somme saranno state convertite in rubli, che non possono essere rubati. Per gli acquirenti non cambierà nulla, pagheranno stesse somme previste dai contratti».

Zelensky

«Non vogliamo rovesciare Zelensky. Non puntiamo a un cambio di regime a Kiev, questa è una specialità degli americani. Non chiediamo nemmeno che si arrenda. Quello che chiediamo è che interrompa le ostilità e lasci andare i civili. Vogliamo fare in modo che dall'Ucraina non vengano più minacce per la Russia», ha detto Lavrov riferendosi al presidente ucraino. «Che il presidente Volodymyr Zelensky sia ebreo non ha alcuni significato. Secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche», ha risposto alla domanda se non ritenga paradossale accusare il presidente ucraino di essere a capo di un Paese che, secondo le affermazioni di Mosca, deve essere «denazificato». Lavrov ha ribadito le accuse a Kiev di servirsi di forze «neonaziste» come il battaglione Azov. «Gente - ha affermato - che ha tatuata sulla pelle la svastica, che legge e approva il Mein Kampf».

Negoziati

Lavrov ha poi sostenuto che dopo l'incontro di Istanbul il 29 marzo tra delegazioni russa e ucraina, Kiev si era detta pronta ad «accettare la neutralità» e il fatto che un accordo «non dovesse riguardare il futuro della Crimea e del Donbass». Cosa che la Russia aveva «apprezzato». Poi «ha cambiato posizione e ora cerca di condurre le trattative in direzione diversa». 

La data del 9 maggio

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha infine negato implicitamente che Mosca preveda di dichiarare la fine della guerra in Ucraina in occasione dei festeggiamenti del 9 maggio per la vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale. «I nostri militari - ha sottolineato - non pianificano le azioni in base a una data. I ritmi dipendono dalle necessità di minimizzare i rischi per la popolazione civile e per i militari russi». 

Nessun commento:

Posta un commento