martedì 12 aprile 2022

L'Istituto statale per sordi di Roma, è a rischio chiusura. VERGOGNA!

 

È lì dal 1700, al fianco delle persone sorde. Ma ora rischia di chiudere tra fondi che mancano e lavoratori precari.

L‘Istituto statale per sordi, in via Nomentana, rappresenta il punto di riferimento per le attività di formazione e di ricerca in favore delle persone sorde: è così in tutta Italia, non solo a Roma. Ma la crisi fa paura. Le associazioni che portano avanti le attività (come Anios, l’Associazione interpreti di lingua dei segni italiana, il gruppo Silis, Il treno e la Compagnia teatrale laboratorio zero) lanciano l’allerta: «Dal 2007 l’Istituto è sotto commissariamento straordinario.

Nel corso di questi due decenni la situazione economica dell’Istituto, in passato florida, è andata fortemente peggiorando e oggi il disavanzo è di 2 milioni di euro».

Il buco purtroppo sta provocando gravi problemi al pagamento degli stipendi, ma anche la funzionalità di attrezzature e spazi. E ora il commissario pretende un canone di locazione alle associazioni impegnate da decenni nelle attività all’interno dell’Istituto.

Perciò queste ultime chiedono di avviare un tavolo di consultazione con i Ministeri, i rappresentanti della Conferenza Stato Regioni, le organizzazioni sindacali e la Commissaria straordinaria per individuare nuovi fondi e nuove forme di finanziamento.

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(ASKANEWS).  L’Istituto Statale per Sordi di Roma, da due secoli importante centro di riferimento pubblico per la comunità non udente, rischia di chiudere. E’ l’allarme lanciato dalle associazioni ANIOS-Associazione interpreti di lingua dei segni italiana, Cabss Centro Assistenza per Bambini Sordi e Sordociechi Onlus, Gruppo SILIS Onlus, Il Treno Soc. Coop. Soc.le Onlus, Compagnia teatrale Laboratorio Zero.

“Lo storico Istituto, punto di riferimento per le persone sorde e le loro famiglie, per enti, università, associazioni e figure professionali che operano nell’ambito della sordità, dal 1997 è ancora in attesa della riforma come ente nazionale di supporto all’integrazione scolastica”, sottolineano, “dal 2007 è sotto commissariamento straordinario e nel corso di questi due decenni la situazione economica dell’Istituto, in passato florida, è andata fortemente peggiorando e oggi il disavanzo è di due milioni di euro”. Le associazioni, sottolineando “il progressivo venir meno dei finanziamenti statali” lamentano, fra l’altro, la richiesta da parte del Commissario straordinario di “un canone di locazione alle associazioni che, grazie ai contributi degli associati, operano all’interno dell’Istituto da decenni e ne costituiscono il fulcro operativo e vitale”. Chiedono quindi “un vero confronto e l’avvio di un tavolo di consultazione con i Ministeri competenti, i rappresentanti della Conferenza Stato Regioni, le organizzazioni sindacali e la Commissaria straordinaria per: individuare fondi e forme di finanziamento dell’Istituto nel breve periodo, in attesa che con la riforma siano individuati canali di finanziamento strutturali e stabili; avviare i lavori di riforma dell’Istituto e riconoscerne la natura di ente di ricerca”.

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(Ilfattoquotidiano.it , di Raffele Nappi) “Tra due mesi chiudiamo”. Ivano Spano è il commissario straordinario dal 2006 dell’Istituto Statale Sordi di Roma. Ha gli occhi lucidi mentre pronuncia la frase con cui conclude l’intervista al terzo piano del palazzo di via Nomentana 56. “Stiamo portando letteralmente avanti la baracca. In questi anni è successo di tutto. Siamo andati avanti con acrobazie, vincendo bandi internazionali e grazie all’impegno straordinario dei lavoratori, che sono rimasti senza stipendio per lunghi periodi”. Ora, però, le casse sono vuote e il futuro per i 21 lavoratori (di cui la metà sordi) è incerto. “Il Miur? Promette, ma non ha mai fatto”.

La storia – L’Issr, fondato nel 1784, ha ospitato la prima scuola pubblica per sordi in Italia. La più antica, l’ultima ancora attivo dopo la chiusura di quelle di Milano e Palermo. “L’Istituto non è commissariato per mala gestione, ma perché la legge Bassanini, intervenuta alla fine degli anni ‘90 per evitare la ghettizzazione degli studenti sordi e ciechi in Italia, prevedeva che la parte di istituti specializzati avrebbe dovuto avere un regolamento che ne finalizzava l’azione”, spiega Silvia Simoncini, segretario nazionale NidiL-Cgil che si sta occupando della vertenza. Il problema è che il regolamento, di fatto, non è mai arrivato. Ricapitoliamo: nel 1997, a seguito della legge Bassanini, l’Issr viene trasformato in Ente dotato di personalità giuridica e amministrativa, sottoposto a vigilanza del Miur, in attesa di regolamento. Nel 2006 l’allora ministro Fioroni decide di affidarlo alla gestione di un commissario straordinario, Ivano Spano.

Cosa sta succedendo – Nonostante le difficoltà economiche, l’Istituto cresce: oggi sono 21 i lavoratori coinvolti, di cui 8 sordi. “Siamo in un limbo. Non abbiamo contratti, non ci sono concorsi, non si intravede una possibilità di essere assunti. Facciamo sacrifici di ogni tipo da più di 10 anni”, racconta Luca Des Dorides, sordo, rappresentante dei lavoratori all’Issr. Ci accomodiamo per l’intervista nella biblioteca dell’Istituto, circondati da riviste specializzate, una sala multimediale, manoscritti di fine ‘700. “È una delle più fornite d’Europa. Abbiamo deciso di tenerla aperta a tutti per dare la possibilità alle persone sorde di incontrarsi – aggiunge –. Tanti sordi come me hanno visto la prima persona sorda solo da adulti”. Molti qui lavorano da anni con contratti a progetto e ritenute d’acconto, anche se l’Issr vanta attività di eccellenza mondiale. Un esempio? A maggio Luca andrà in Giappone per la prima edizione del festival di cinema sordo giapponese, nato sulla scia di quello italiano. “Tra le tante attività l’Istituto ha lanciato il più importante festival del cinema sordo europeo, con oltre 200 cortometraggi arrivati da tutto il mondo per ogni edizione e poi catalogati e conservati in mediateca – racconta –. Quest’anno l’edizione è prevista a luglio, ma per ora non ci è stato detto niente. Le casse sono vuote e il progetto è a rischio”.

Il futuro – “La situazione è quasi kafkiana: chi per tanti anni ha trattenuto i soldi della legge Bassanini è lo stesso soggetto che deve fare il regolamento”, spiega Luca. “Negli ultimi anni abbiamo aiutato più di 10mila famiglie, da tutta Italia. I lavoratori sono stanchi di questa situazione – aggiunge il commissario Spano –. E non è un problema di schieramento politico, mi creda. Ho visto passare sei ministri in dieci anni. Ogni volta eravamo lì per chiudere un accordo, ma poi tutto saltava perché cambiava governo”. I lavoratori, dal canto loro, si sono affidati al sindacato per una vertenza. L’ultimo incontro è datato due mesi fa, al Miur. “Stiamo parlando di persone che sono state negli anni per diversi mesi senza prendere gli stipendi, ma che non hanno mai fatto mancare il proprio supporto”, continua Silvia Simoncini. “Siamo senza finanziamento da tempo: ci barcameniamo con gli affitti, ma quest’anno la vedo dura. A volte affrontiamo delle piccole spese di tasca nostra. Se si rompe una caldaia è una tragedia”, conclude Luca.

Il Ministero – Oggi l’Istituto è diventato punto di riferimento per la comunità sorda, ospita un centro servizi, associazioni, scuole, asilo nido, laboratori, accademie, cooperative e centri di riabilitazione per bambini sordi. Arrivano qui da tutta Italia. Luca è entrato più di 10 anni fa dopo un dottorato di ricerca. “In Italia sono pochissimi i sordi con dottorato. Il numero di persone passate di qui, invece, è incalcolabile”. Spano prova un misto di disperazione e speranza: “Col nuovo governo mi sento praticamente tutti i giorni. Stiamo cercando una strada per aggirare il regolamento e assumere finalmente i lavoratori tramite un bando interno. Ma il tempo è quasi finito”. “Il tema è sul tavolo del ministro – assicura il Miur –. Ci stiamo lavorando in queste settimane”. Finanziamento? “Se ne discuterà nella prossima legge di bilancio. Per ora non puntiamo a mettere fondi a pioggia, ma a dare finalmente un regolamento all’Istituto che preveda un riordino dell’ente”. Tempistiche? “Vogliamo dare una soluzione di prospettiva, ma la decisione finale è tutta politica”.


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