mercoledì 16 marzo 2022

La Guardia di Finanza ha denunciato 172 delinquenti che vendavano il gasolio sottocosto ed evadevano l'Iva. Danni per decine di milioni di Euro (TGCOM 24)

 Rivendevano sottobanco carburante importato a prezzi fuori mercato senza pagare l'Iva. A scoprire il business del gasolio a tariffe calmierate, nell’epoca del boom dei rincari, sono stati gli uomini della guardia di finanza di Pescara. Il sistema fraudolento era attivo in tutta la Penisola: 172 persone sono state denunciate per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio, auto riciclaggio e bancarotta fraudolenta. L'Iva evasa, su un imponibile di più di 207 milioni di euro, è di oltre 45 milioni di euro.

Lo schema piramidale Le fiamme gialle pescaresi hanno sequestrato preventivamente quasi 8 milioni. Lo schema scoperto era piramidale: ai vertici, fornitori nazionali e comunitari di petrolio dai quali società "cartiere" del tutto fittizie e per niente operative, rappresentate da prestanome appositamente reclutati, nullatenenti, e che non hanno mai operato nel settore carburanti, acquistavano l'oro nero senza applicazione dell'Iva, per poi rivenderlo alle "pompe bianche" a prezzi stracciati, di nuovo senza versare l'imposta. 

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Ai distributori gasolio a meno della metà del costo medio In questo modo le autocisterne piene a prezzi agevolati erano vendute ai distributori, su quello che è diventato un vero e proprio mercato nero, a meno della metà del costo medio del gasolio. Regalato in pratica, tenuto anche conto del fatto che, trasportato a migliaia di chilometri di distanza, non risentiva di alcun incremento di valore, salvo poi finire nelle vetture dei consumatori finali a prezzi stellari. Il meccanismo fraudolento si basava sull'utilizzo di fatture false, con cui simulare un allineamento dei prezzi di vendita a quelli di mercato. La differenza pagata in più veniva poi, di fatto, restituita in contanti, aggirando così la normativa fiscale a danno dell'Erario. 

Fiamme gialle: "Fortissimo disvalore economico e sociale" "Il fenomeno rilevato ha un fortissimo disvalore economico e sociale - ha spiegato il Colonnello Antonio Caputo, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara -. La beffa è duplice: si danneggia gravemente il bilancio dello Stato e dell'Unione europea per via della rilevante evasione Iva e si arreca al mercato una forte turbativa, mediante la concorrenza sleale operata dai distributori locali e indipendenti che si approvvigionano consapevolmente dalle organizzazioni criminose, a prezzi inferiori ai valori medi praticati alla pompa". 

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