martedì 13 aprile 2021

Maria Callas. Nuove rivelazioni sulla sua vita: droghe, abusi, violenze....nel libro di Lyndsy Spence (da Globalist)

 

Il libro Cast a Diva: The Hidden Life of Maria Callas di Lyndsy Spence, in uscita il 1° giugno e anticipato dal britannico Observer, racconta lati inediti della biografia di Maria Callas: droghe, abusi, violenze: nuove rivelazioni sulla vita del mito della musica lirica.

L’autrice del libro, Lyndsy Spence, ha avuto accesso a materiale inedito, nel quale rientrano una serie di lettere che la Callas aveva scritto alla sua segretaria.
Nelle missive, la diva racconta del rapporto col marito Giovanni Battista e con Aristotele Onassis. 
Spazio anche per gli anni della giovinezza e per i dolorosi ricordi legati alla guerra: sua madre aveva cercato di farla prostituire con i soldati tedeschi.

Dopo il successo, la donna cercò di ricattare la figlia e in una lettera le scrisse: “Sai che cosa fanno gli artisti del cinema di umili origini non appena diventano ricchi? Nel primo mese spendono i loro primi soldi per costruire una casa per i loro genitori e viziarli con lussi... Cosa hai da dire, Maria?”. Il padre della Callas, invece, finse di essere ricoverato in fin di vita in un ospizio dei poveri per ottenere soldi dalla figlia. 
“Sono stanca dell’egoismo e dell’indifferenza dei miei genitori verso di me. Non voglio più rapporti con loro. Spero che i giornali non se ne accorgano. Se lo faranno, maledirò davvero il momento in cui ho avuto dei genitori”, ha scritto la diva della lirica.

Prima del successo mondiale, nel 1947 Maria Callas incontrò Giovanni Battista Meneghini, industriale che viveva da scapolo in un albergo di Verona e che le propose di occuparsi della sua carriera. 
La cantante accettò e nel 1949 convolarono a nozze, lui aveva 28 anni più di lei. Nell’immaginario comune, Meneghini ha avuto un ruolo cruciale nella carriera della Callas e nel suo debutto al Teatro La Scala, ma nelle lettere viene raccontata una storia diversa: “Mio marito sta ancora tormentandomi dopo avermi derubato di più della metà dei miei soldi, mettendo tutto a suo nome da quando ci siamo sposati. Sono stata una sciocca a fidarmi”.

In ulteriori missive, Maria Callas parla del rapporto con Aristotele Onassis, l’armatore greco conosciuto nel 1958 quando entrambi erano sposati.
Come riporta l'Observer, Lyndsy Spence afferma che nel materiale da lei raccolto “ci sono anche informazioni inquietanti che parlano di come Onassis l’abbia drogata, per lo più per motivi sessuali”.
Nel 1966, in particolare, Onassis avrebbe avuto comportamenti violenti nei confronti della cantante.
Un rapporto, quello tra la Callas e Onassis, che si chiuse definitivamente nel 1968 quando Jackie Kennedy, vedova del presidente americano John, si risposò con l’armatore greco. 
Nel libro si parla anche di quando Peter Mennin, direttore della prestigiosa Juilliard School of Music di New York, avrebbe allontanato la Callas dalla scuola perché non accettava le sue avances. “Mennin si è innamorato di me. Quindi, naturalmente, poiché non lo corrispondevo, ho dovuto andarmene”, scriveva la soprano.

Non manca un capitolo su Renata Tebaldi, la soprano che fu a lungo “rivale” della Callas alla Scala. La cantante diceva di lei: “È cattiva e furba come dicono... È diventata famosa solo per essere stata la mia rivale”. Ancora, la accusava di avere rinviato una prima al Metropolitan fingendo un malessere della madre. “Sua madre non aveva niente... Sono stufa di questi nauseanti affari di Renata... A Dio non piacciono questi metodi per farsi pubblicità e da usare contro di me”.

Callas morì nel 1977 all’età di 53 anni. Il materiale inedito fornisce anche nuove informazioni sui suoi problemi di salute, che ne hanno influenzato le prestazioni canore negli anni Sessanta. Sulle pagine dell'Observer, la scrittrice Spence afferma: “Ho rintracciato il neurologo che l’ha curata prima della sua morte. Callas soffriva di un disturbo neuromuscolare i cui sintomi sono iniziati negli anni ’50, ma è stata liquidata dai medici come ‘pazza’”
“La morte di Callas è una storia straziante. Sola nel suo appartamento parigino... La sua vita era piena di tragedia, volevo darle voce”, ha concluso Lyndsy Spencer

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