giovedì 14 gennaio 2021

Come Matteo Salvini con Conte, adesso Matteo Renzi con Conte. Cercansi coppia di Salvatori della Patria come lo furono allora Grillo e Renzi, ma ora contro Renzi

Nel caso dell'opposizione di Matteo Salvini a Conte, estate 2019, Conte ebbe la meglio perché ci furono due salvatori della patria, Beppe Grillo e Matteo Renzi, che, per non dare il Governo del paese a Salvini, decisero per un secondo Governo presieduto da Conte ma con il Pd, Cinquestelle e Leu.  Pericolo sventato. 

Qualche mese dopo la formazione del secondo Governo Conte, a settembre, 2019, avviene la scissione prodotta da Renzi, che non ha mai tollerato di dover lavorare dietro le quinte per il bene del Paese,  e vuole essere sempre sotto i riflettori. Con la nascita di Italia Viva, che di fatto in tutti questi mesi, un anno e passa, con i suoi due ministri ( Bellanova, Bonetti) nel governo ed un sottosegretario (Scalfarotto), non ha fatto che mettere in difficoltà e creare problemi a quello stesso governo che senza l' intervento suo e di  Grillo non sarebbe mai nato.

Lui, con il suo nuovo partito Italia Viva , è nel governo, ma fa la guerra al governo. Non manda giù il protagonismo di Conte, come non manca di sottolineare le  schermaglie all'interno della maggioranza che è composta da partiti che, sua sponte, mai si sarebbero messi insieme per governare. Ma necessità (fare fuori Salvini) fece virtù ( Governo Conte bis).

Su queste lacerazioni già presenti, si innesta il Covid che crea un ulteriore, ma ben più grave problema.

 Renzi non ci sta, anzi rivendica che la sua azione all'interno della maggioranza - in conflitto perenne con il partito di provenienza e soprattutto con Conte che è in cima  al gradimento degli italiani mentre lui è in fondo - coglie ogni occasione per lanciare 'avvertimenti' ed ultimatum a Conte. E la Pandemia? Boh!

 Si è detto, scritto ed ascoltato che per uno sfasciacarrozze come Renzi la tragedia che significherebbe per il Paese la crisi di Governo da lui minacciata e poi di fatto aperta con il ritiro dei suoi ministri dal Governo conta poco. Conta molto di più il sentirsi artefice del destino del Paese, anche quando questo significa spingerlo in un burrone .

Si è letto, scritto ed ascoltato anche che la pulce (Renzi), incurante della Crisi pandemica, vuol dar fastidio all'elefante (Conte); e che continuerà nella sua azione di disturbo perché non ha nulla da perdere, essendo il suo partito intorno al 2% dei consensi, e sapendo che alle prossime elezioni quasi certamente sparirà; come ai Cinquestelle accadrà  che saranno molto ridimensionati,  tendenza  anticipata  con chiarezza  da tutti gli appuntamenti elettorali dopo le politiche del 2018.

Insomma il doppio assurdo di oggi è che Governa un Partito che nel Parlamento è sovrastimato, primo per eletti, mentre nel Paese è ormai terzo o quarto, e a fare il buono e cattivo tempo è un partitino minuscolo che, secondo la pittoresca immagine di Scanzi, entra tutto nel salotto torinese dell'ex segretario del PD, il magrissimo Fassino.

Occorrerebbe, oggi, che  un'altra coppia, sull'esempio di ciò che fece quella formata da Grillo e Renzi per  mettere fuori gioco Salvini, si materializzasse per neutralizzare Renzi, che le sue manie di protagonismo,  spingono ad anteporre i suoi meschini interessi  a qualunque interesse pubblico, anche quello di un Paese stremato dalla Pandemia. 

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