lunedì 19 ottobre 2020

Scienziati giudicano le decisioni del Governo: DPCM del 18 ottobre 2020 (AGI)

  "Premetto che non vorrei entrare nel merito delle decisioni politiche, ma visto l'aumento della curva, con un'impennata iniziata ai primi di ottobre e che oggi ci porta quasi all'11 per cento dei positivi, mi sarei aspettato delle misure più drastiche, soprattutto per quanto riguarda i trasporti". Con queste parole Giorgio Palù, microbiologo presso l'Università di Padova, commenta, intervistato dall'AGI, le nuove misure adottate dal Dpcm, sottolineando che l'attenzione deve essere rivolta ai dati relativi ai contagi.

 "La curva è di tipo esponenziale - spiega Palù - ma, rispetto a luglio e agosto, gli unici elementi che potrebbero aver contribuito a questo andamento sono l'ambiente, che però era stato ampiamente previsto vista la natura stessa del virus, che prospera durante la stagione invernale, e la riapertura delle scuole. Dal momento però che le attività scolastiche sembrano seguire e mantenere le dovute precauzioni, ritengo che l'aspetto cruciale siano tutti gli annessi all'aspetto della scuola, cioè i trasporti pubblici, i bar e i locali, che favoriscono gli assembramenti e facilitano la diffusione del virus".

Il virologo precisa che, al di là delle decisioni politiche, i dati relativi ai nuovi casi fanno riflettere. "Mi sarei atteso qualche decisione più drastica per quanto riguarda i trasporti e le limitazioni agli assembramenti - osserva Palù - dobbiamo abbassare la curva dei contagi. L'80 per cento della capienza per i mezzi pubblici non mi sembra sufficiente a tale scopo. La letteratura scientifica suggerisce che, più che cercare di individuare tutti gli asintomatici, in questa fase è fondamentale ridurre gli assembramenti. Dobbiamo impegnarci in questo senso".

 I dubbi di Palù sono condivisi da altri esperti e scienziati, che nelle ultimi giorni hanno fatto sentire la loro voce con il governo. "Le misure prese, in generale vanno bene ma ci sono aree dove è necessario intervenire subito con alcune chiusure mirate", ha detto ad Agorà Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute. "Alcuni lockdown vanno fatti subito senza aspettare Natale". Ricciardi ha detto che "ci sono aree dove servono interventi precisi, proporzionati. Non parlerei per esempio di Lombardia - ha spiegato - ma di Milano, farei interventi mirati rafforzando le decisioni e chiudendo alcune attività in maniera chirurgica".

Ricciardi ha sottolineato di condividere "le misure del governo per il territorio nazionale ma non è sufficiente e occorre integrare con azioni specifiche in alcune aree. Laddove ci sono città con migliaia di casi significa che si è alla vigilia di una pressione enorme. Se prendiamo tempestivamente, adeguatamente e proporzionatamente le misure giuste - ha concluso - avremo un Natale quasi normale. Se temporeggeremo, vedremo nelle prossime settimane un aumento esponenziale dei casi soprattutto in alcune zone e poi dovremo prendere decisioni durissime".

 

Anche il consulente del ministro della Sanità punta il dito sui trasporti pubblici, vero tasto dolente della strategia di contenimento: "Abbiamo sempre detto che su bus e metro la capienza non doveva andare oltre il 50%, e invece poi si è derogato all'80 - ha ricordato Ricciardi - ma a bordo è uno dei momenti in cui si è più a contatto e anche l'uso della mascherina protegge gli altri ma non se stessi. È un momento tipico di contagio".

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