venerdì 15 maggio 2020

La critica musicale italiana chi l'ha sentita?

Puoi andare sul sito dell'Associazione  Nazionale Critici Musicali italiani, e poi andare su e giù infinite volte; cliccare dove vuoi, incoraggiato per un istante dall'annuncio che il sito s'è 'vestito di nuovo'. Ma per quanto giri e rigiri, non una sola parola vi leggerai sulla situazione musicale italiana - ma che solo italiana non è - al tempo del Coronavirus.

Le ultime pronunce del sinedrio della critica italiana, risalgono: 

- una a fine 2019, per annunciare una iniziativa mondiale: il Premio Abbiati per il disco. Quando nel mercato il disco sembra aver fatto il suo tempo, allora arrivano i critici a sostenere un supporto musicale  che con le sue gambe non riesce più a camminare, mentre oggi il mercato viaggia sulle piattaforme; 

- l'altra, pochi giorni fa, per ricordare la data di nascita di un musicologo di razza, Giovanni Morelli, scomparso nel 2011. E dunque un necrologio laudativo. 

Questo soltanto si legge sul sito che, come l'associazione interessata, è in stato di abbandono.
E questa è la critica musicale italiana, della quale anche sui giornali si è persa  traccia. Ma se qualcuno glielo fa notare ai capi del sinedrio si busca l'accusa di denigratore.

Possibile che fra le brillanti menti che compongono l'eletto sinedrio, non ve ne sia una capace di dire qualcosa,  di fare una proposta sull'emergenza o su come venirne fuori per riprendere  la vita musicale in Italia, che non può essere, come in queste settimane, esclusivamente  in streaming?

Molti si sono fatti  un selfie,  lo hanno inviato al tecnico di turno che  li ha composti in mosaico. E il giochino è piaciuto tanto che molti mosaici abbiamo visto. Qualcuno - ma non l'Associazione dei critici che, invece, avrebbe dovuto - ha chiesto di riaprire, per non morire, ma idee di come fare ancora nulla. E comunque fra le pochissime, nemmeno una dalla benemerita Associazione.  Ne è venuta qualcuna perfino da sovrintendenti nominati dalla politica, con i quali certo non è che madre natura abbia abbondato in intelligenza e creatività,; ma  nessuna dall'Associazione.

A che serve allora l'Associazione? Ad attribuire  l' Abbiati con il quale si premiano amici e consorterie e perfino qualche buon spettacolo, per salvarsi la faccia e coprire le vergogne? E'  assai poco, comunque la si pensi e la si giri. 

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