domenica 12 aprile 2020

Cavalleria rusticana a Matera, non 'fra i sassi'. Il regista SCALPITA...

L'altro ieri sera Rai 5 ha ritrasmesso Cavalleria rusticana di Mascagni, capolavoro assoluto rappresentato l'estate passata a Matera, nell'ambito delle manifestazioni di Matera 'capitale europea della cultura', coprodotta dal Teatro San Carlo di Napoli che ha prestato i suoi complessi artistici e dalla Fondazione materana messa su per le celebrazioni. Direttore  Juraj Valcuha, regista Giorgio Barberio Corsetti.

Chiariamo  che  Matera  è stata per la trasferta del San Carlo il luogo della rappresentazione (piazza prospiciente una chiesa) e niente più. Chi immaginava  che Cavalleria 'fra i sassi' doveva voler dire che quel sito unico al mondo ne sarebbe stato coinvolto è rimasto deluso. 

Barberio Corsetti ha creato un palcoscenico in piazza, davanti il sito per l'orchestra (niente buca, podio troppo visibile per un direttore che certamente non è bello da vedersi) ad esso ha aggiunto una lunga passerella ad 'elle' in modo che i protagonisti dell'opera vi giungessero sbucando dalla folla,  con la  quale andavano poi a riconfondersi  al momento dell'uscita di scena, e basta.

Della città dei 'sassi' abbiamo visto,  solo l'interno di un bar, ai cui tavolini erano seduti i principali interpreti, serviti da una cameriera  particolarmente maleducata quando ha servito il caffè a Lola, la sexy interprete, sfasciafamiglie  per la sua avvenenza ammaliatrice, che sembrava uscita dall'atelier di Dolce& Gabbana, abbastanza improbabile nell'addobbo 'patinato' e per i gioielli, certo falsi che si capiva da un chilometro, ma  comunque troppo esagerati. 

 Su  uno sperone di roccia, alla destra del palcoscenico, il regista ha proiettato immagini che amplificavano quelle, ridotte, del palcoscenico, assieme a due manichini giganti rappresentanti il bene e il male che avevano animato il prologo, lungo e di molto anteriore alla rappresentazione di Cavalleria. Roba vecchia, vista e rivista, uffa!

 E già il prologo. Che è durato ben più della rappresentazione e che si è svolto per le strade della città nel pomeriggio.  Un prologo a tema: 'I Sette peccati capitalistici'. Inutile aggiungere che il 'tableau vivant' dedicato alla lussuria era particolarmente ricco ed insistito. Noi non lo abbiamo visto il prologo per intero, ci è bastato scorrere le immagini riassuntive,  che ha rimandato la rete, per  qualche nostra conclusione.

E cioè che il regista, compreso il nostro, 'scalpita' come il cavallo di compare Alfio, quando è messo alle strette da un'opera che è compiuta in sè, fulminea nello svolgimento, e che non abbisogna di niente altro, oltre quello che Mascagni ha fatto. Ma la scena poteva essere di ben altra attrazione. I 'Sassi' sono unici al mondo, perchè non sfruttarli? Anche in considerazione che l'intero spettacolo era stato acquistato anche da televisioni estere che certo di Matera, non hanno visto nulla per l'occasione.

Barberio Corsetti non ha fatto altro che lavorare sugli attori-cantanti, per poi rivolgere le sue energie a creare uno spettacolo che nessuno gli aveva chiesto nè alcuno si attendeva. Lì si è sbizzarrito - i sette vizi capitali(sti) vanno sempre bene e danno spazio al regista  che ha creato uno spettacolo dal nulla che reca la sua impronta.

Mentre forse un qualche sforzo avrebbe potuto fare mostrandoci un interno degli storici sassi, o ambientando, almeno la celebrazione pasquale, nella chiesa di cui disponeva proprio nella piazza.

Oltre il regista Barberio Corsetti, c'era anche la regista della ripresa televisiva, altrettanto importante, anche se doveva di uno spettacolo da altri pensato e realizzato, la quale - si chiama Francesca Nesler  -  temendo che la musica da sola - benchè stringatissima, indovinata ed efficace - non basti, appena ne ha l'occasione, sposta la telecamera verso la città della quale (e non una volta sola)  ci dà una panoramica di notte, quando, come dice un proverbio ungherese, 'tutte le vacche sono nere' e di quelle di Matera si possono vedere sono le luci delle lucciole.

E' assai curioso che  una rete tv che al melodramma ed alla musica dedica  molto spazio, affidi la 'regia televisiva' a chi nella forza della musica  sembra non  credere affatto. Prima della Nesler, e molto più della Nesler, registi d'opera hanno riempito perfino la musica delle ouverture con immagini e storie, spesse volte strampalate. A Roma s'è visto un sorcio correre avanti e indietro davanti al sipario chiuso nel corso della Sinfonia del Barbiere rossiniano. 

 Questo Rai 5 fa quasi sempre, affidando la ripresa di concerti ed opere a registi che  nel campo specifico sono neofiti impreparati.  Non sarebbe il caso di mutare passo? 

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