lunedì 3 febbraio 2020

Cafè Momus di Radio Tre. Che inutile snobismo!

Tutti sappiamo, dovremmo ormai saperlo, che in Italia esistono molti teatri, in buona parte attivi, alcuni dei quali  abbastanza noti  sia per la loro attività   che per  la storia passata.

Ma di essi, ormai, nulla più si legge sui giornali;  poco, assai poco, si ascolta a Radio Tre,  un tempo ritenuta a ragione la 'radio culturale'.
Salvo il caso, per la stampa, in cui i teatri più importanti - non importa se con deficit enormi - pagano, ad inizio di stagione, inserzioni pubblicitarie autopromozionali sui maggiori giornali.

 Dalle quali si evince ogni volta e per ciascun teatro, che si tratta della più bella stagione d'Italia, con gli interpreti più rinomati, e con un cartellone che merita un viaggio, anzi più d'uno, a causa delle novità che vi vengono rappresentate, come nel caso di Cagliari ad esempio; o per i particolari allestimenti, glamour' o moderni, dei quali il sovrintendente dell'Opera di Roma, Fuortes - tanto per fare il solito nome - va fiero.

 Stando così le cose, se non ci pensano i giornali a raccontare le nostre stagioni, presentate - ma a pagamento - da quegli stessi giornali come le migliori del mondo,  uno spera che ci pensi almeno la cosiddetta - un tempo - radio 'culturale' della Rai, cioè Radio Tre.

 E, invece, anche Radio Tre latita, ad eccezione del caravanserraglio che è 'La barcaccia' animata da una esilarante coppia di intrattenitori.

Ci sarebbe, ad esempio 'Cafè Momus', del sabato, che  all'opera - come da titolo - potrebbe dedicare attenzione. Ma rarissimamente  la dedica ad un teatro italiano - dove magari il pubblico potrebbe essere invogliato a recarsi, a seguito di presentazione. 

La settimana scorsa, ad esempio, ci ha  raccontato di un'opera rara ( Don Bucefalo) di autore italiano, abbastanza sconosciuto ai più (Antonio Cagnoni, 1828 -1896) non importa se immeritatamente, rappresentata dietro l'angolo, in Polonia, a Danzica, diretta da un italiano, Massimiliano Caldi. A seguito di tale racconto accorato - il narratore è più bravo di un attore, solo che non sta in palcoscenico ma alla radio - a noi è rimasto in testa un autore, un titolo e basta, e nessuna voglia di andare a Danzica.

Quell'opera non è una novità assoluta, perchè è stata riscoperta già qualche anno fa,  nel 2008, al Festival di Martina Franca,  come anche l'altra opera cui si è accennato in quella trasmissione del medesimo autore, e cioè Re Lear. ( Martina Franca 2009); dove e quando furono dirette  da Massimiliano Caldi che ora ha proposto Don Bucefalo a Danzica. 

Certamente, all'epoca, della riscoperta  ne parlò Radio Tre - impossibile pensare che non l'abbia fatto; ma da allora ad oggi, di Cagnoni e delle sue opere non abbiamo più sentito parlare, nè sono state riprese altrove, o sbagliamo?  Sbagliamo: Don Bucefalo è stato ripreso nel 2014 al Wexford Festival Opera.

Morale della favola: non sembra anche a voi inutile e stupido snobismo parlare di Don Bucefalo, rappresentato a Danzica - neanche fosse un riscoperta - quando  negli stessi giorni, in Italia, si rappresentavano nei nostri teatri almeno una decina di titoli, che forse avrebbero avuto più titolo,  ma soprattutto maggiore utilità, ad essere illustrate e promosse?

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