giovedì 9 maggio 2019

Ciro Visco e Piero Monti. Staffetta di direttori di coro fra Roma e Palermo

La notizia dell'abbandono di Ciro Visco, direttore del coro ceciliano, è stata data già qualche mese fa, in concomitanza con l'agitazione del Coro dell'Accademia per via del suo ridimensionamento numerico nei prossimi anni. Forse i due fatti sono soltanto casuali per vicinanza, o forse no. Non lo sappiamo. 
Nel frattempo ci si è chiesti, fino all'altro ieri, cosa avrebbe fatto Visco: tornare a Napoli sua città natale a riposarsi? E ancora troppo giovane per  desiderarlo. Lasciare Santa Cecilia per andare al San Carlo. non si lascia un posto prestigioso per uno meno prestigioso. Voglia di cambiare, forse. Proposte di ingaggio ancora superiore^ Chissà.

Adesso è arrivata la notizia che Ciro Visco lascia l'Accademia di Santa Cecilia, il suo coro intendiamo, per andare a dirigere quello del Teatro Massimo di Palermo, dal quale si sgancia Piero Monti per sostituire Visco all'Accademia.

Curioso lo scambio: Piero Monti ha lavorato soprattutto nei teatri; Ciro Visco soprattutto con organismi sinfonici (  era già a Santa cecilia, come assistente del direttore, prima di diventarne titolare).

E allora perchè  buttarsi in un campo che non è stato mai quello proprio, il campo di elezione? Bisognerebbe chiederlo a Visco che in fondo è quello che apparentemente decide per un incarico meno prestigioso di quello romano; mentre forse Piero Monti, al di là del salto di qualità, potrebbe voler cimentarsi soprattutto in campo sinfonico, una novità per lui. Salvo che l'Accademia non preveda in futuro di cimentarsi più frequentemente anche nel repertorio operistico, come va facendo da tempo in campo discografico.

 Bisognerebbe certo domandarglielo, ma Visco sicuramente non parlerebbe, come ha taciuto tutto questo tempo, dal momento che è stata resa nota la sua partenza da Roma.

Se questa sua decisione non è da mettere in rapporto al ridimensionamento dell'organico  del coro ceciliano - ma forse vi può aver influito - lo sapremo non ora - quando deve aver accettato la consegna del silenzio -  ma solo fra qualche tempo, quando sarà a Palermo, e si sentirà autorizzato, infine, a spiegare. Ci potrebbero anche essere differenti vedute, o addirittura screzi con Pappano o dall'Ongaro, non sappiamo, ma certo anche questi non sono totalmente da escludere.
Forse l'arrivo del nuovo giovane direttore musicale a Palermo,Omer Meir Wellber, che ha tanti progetti, gli farà pesare meno la lontananza da Napoli e la maggiore difficoltà per raggiungerla, che invece Roma gli consentiva, con maggiore frequenza ed in minor tempo?  

 Il 'Caso Visco' ci fa comunque pensare che la scelta del direttore non può essere stata libera, e soprattutto in funzione del suo futuro professionale. Sarebbe come se Pappano, lasciando eventualmente  Santa Cecilia, decidesse di andare a dirigere il Petruzzelli di Bari - non conosciamo musicisti  così caritatevoli  da dedicarsi a risollevare le sorti di un complesso - o addirittura di ritirarsi nella sua amata casetta sul Trasimeno; in questo secondo caso solo quando decidesse di dare un taglio netto alla sua vita professionale di ora. Ma per un direttore che  ha tanto fatto - di lavoro, s'intende - per arrivare dove è arrivato, sembra ipotesi assai improbabile. 

E perciò scartata questa ipotesi, l'altra in piedi sarebbe incomprensibile, esattamente come lo è quella di Ciro Visco, di cui le vere ragioni non si conosceranno ancora per qualche tempo.

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