martedì 9 aprile 2019

Piovani non ha ancora meritato l'elezione ad Accademico di Santa Cecilia . E Pappano va a dirigere al Concertgebouw di Amsterdam mentre, negli stessi giorni, Gatti dirige a Santa Cecilia

L'altro ieri, dopo aver ascoltato Sinfonia delle stagioni, il nuovo/vecchio  e troppo lungo brano 
(ed anche un pò noioso - si può dire?- una lunga colonna sonora) commissionato a Nicola Piovani dalla Società 'Barattelli' dell'Aquila - cioè  da Giorgio Battistelli, che ne è il Presidente - per il decimo anniversario del terremoto dell'Aquila, eseguito dalla Istituzione Sinfonica Abruzzese nella  meravigliosa Basilica di Collemaggio, perfettamente restaurata (ma non stracolma di pubblico, come abbiamo letto su un giornale per 'orbi'),  ci siamo presi la briga di andare a leggere l'elenco aggiornato degli Accademici di Santa Cecilia, nel quale eravamo sicuri avremmo trovato anche il nome di Nicola Piovani, premio Oscar, musicista molto noto e celebrato. 
E, sinceramente, siamo rimasti di stucco, constatando che egli non è Accademico di Santa Cecilia. Forse la sua qualifica di 'compositore di colonne sonore' potrebbe aver costituito un impedimento agli occhi dei  musicisti accademici notissimi - taluni notissimi non sono, e, forse, mai lo saranno; mentre sono, comunque, solo 'amici degli amici' ed anche 'fratelli' nel senso a tutti noto, e tanto basta.

Dunque Piovani, la cui musica 'aquilana' a noi non è piaciuta affatto, mentre ci piacciono i motivetti  che  sa inventare quando scrive per il cinema o  le canzoni  ben note per cantautori  di gran valore, prima di diventare Accademico di Santa Cecilia, deve ancora pagare pegno agli occhi degli accademici ceciliani.

Scorrendo, poi,  il sito dell'Accademia di Santa Cecilia, abbiamo anche notato una curiosa coincidenza.
Negli stessi giorni, ai primi di maggio, in cui Pappano dirigerà ad Amsterdam il Requiem di Berlioz, con l'Orchestra del Concertgebouw, ma portandosi dietro il Coro dell'Accademia, a Roma, in quegli stessi giorni, Daniele Gatti  dirigerà Brahms con l'Orchestra dell'Accademia.

E' ancora nella nostra memoria il licenziamento improvviso ed in tronco, ma senza plausibili giustificazioni, dal Concertgebouw di Daniele Gatti. Chissà che a  Pappano, cuor di leone, non venga da chiedere ai dirigenti della istituzione olandese, qualora il discorso cadesse sull'argomento - impossibile venga ignorato da ambedue le parti, anche per la curiosa coincidenza - la vera ragione di quella decisione apparsa a molti troppo frettolosa e poco motivata - lo ripetiamo -  ma che ha influito sulla reputazione 
internazionale di Gatti. Ma che non gli ha, tuttavia, impedito di assumere un incarico stabile all'Opera di Roma e di  essere incluso  fra i possibili candidati alla successione di Chailly ( anche lui ex Concertgebouw), qualora questi volesse cambiare aria e andar via dalla Scala.

Per il Concertgebouw sarebbe uno smacco, il secondo. Meritato, viste le condizioni assolutamente poco chiare nelle quali è stato preso quel provvedimento contro Gatti, quando, per giunta,  era stato da poco tempo riconfermato da quegli stessi dirigenti e dall'orchestra , alla guida della prestigiosa orchestra olandese.

Non chiediamo a  Pappano, dopo averne parlato, di riferirci cosa gli hanno detto; no, questo sarebbe pretendere troppo, ma almeno lui, per tutti noi, si potrà fare un'idea accettabile della storia.  
  

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