martedì 9 aprile 2019

Il ministro dell'economia ammonisce il governo: agisca con responsabilità e pensi alla crescita (da MILANO FINANZA)

La maggioranza sia responsabile e pensi alla crescita": è l'esortazione del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, intervistato oggi dal quotidiano "la Repubblica". "In nessun altro Paese europeo c'è un governo che gode del sostegno dell'elettorato e del Parlamento solido come in Italia. La maggioranza ha un grande capitale politico, e quindi una grande responsabilità, che deve mettere al servizio della crescita", dice il ministro, "alla vigilia di un Documento di economia a finanza che farà più scontenti a Roma che a Bruxelles", avvertendo "con tutta evidenza il bisogno di dare un altolà a una maggioranza che appare senza pace e si muove, spaccata, solo in vista della campagna elettorale per le Europee".

Nonostante le recenti critiche e gli attacchi personali nei suoi confronti, Tria conferma di non aver mai pensato alle dimissioni: "Mai pensate e mai minacciate, anche perché quando ci si dimette davvero lo si fa senza minacciarlo prima. L'unico motivo per cui potrei pensare alle dimissioni è per andare un pò in vacanza. Ma, scherzi a parte, il mio posto, fino a quando sono utile, è stare al governo".

Riguardo al Def, il ministro spiega che "sarà essenzialmente a legislazione invariata, tranne l'impatto delle misure sulla crescita che stiamo varando. Si specificherà che si sta lavorando perché la legge di Bilancio accolga una continuazione delle riforma fiscale nella direzione del programma di governo e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica fissati nello stesso Def che stiamo varando. Evidentemente si tratta di una manovra complessa che dovrà toccare sia il lato delle entrate sia il lato delle spese. Gli obiettivi di finanza pubblica fissati dal Def", aggiunge Tria, "sono quelli entro cui si dovrà operare".

Sui motivi per cui l'Italia è in recessione, mentre tutto il mondo rallenta, Tria spiega ancora: "I Paesi più colpiti in Europa, sono le due principali potenze manifatturiere, ossia Germania e Italia. La Germania parte da livelli di crescita del pil più alti dei nostri e quindi anche il rallentamento non la porta a livelli di crescita vicini allo zero; ma la differenza tra il nostro Paese e loro si mantiene costante, mentre anche secondo stime di organismi internazionali già nel 2020 il gap di crescita tra l'Italia da una parte e la Germania e l'eurozona dall'altra, si ridurrà. E poi, qualunque cosa si possa pensare della legge di bilancio per il 2019, compreso il reddito di cittadinanza e quota 100, questa non ha ovviamente ancora dato i suoi effetti. Bisognerà aspettare la seconda metà dell'anno per vederne qualcuno, così come per vedere gli effetti delle misure urgenti per la crescita che spero siano approvate questa settimana".

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