sabato 2 febbraio 2019

A proposito del Flauto magico a Catania. Fratelli Massoni, andiamoci piano

 Quel che noi sappiamo della massoneria, al di là del nome di qualche adepto eccellente, non è né più e né meno che quello che sanno quasi tutti coloro che una volta almeno si sono domandati cosa  sia la Massoneria, quali i suoi scopi ideali e quali quelli per cui un cittadino ambisca entrarvi. E, infine, perchè mai  gli elenchi degli iscritti - tralasciando i vari Mazzini e Garibaldi ecc... - non siano di pubblico dominio.

Vero è che glie elenchi delle logge massoniche  sono depositati, per legge, presso le prefetture,  onde   scagionare la Massoneria dall'essere  considerata una società segreta, ma  se qualcuno si arrischia a pubblicarli, tutti od anche in parte, gli viene innediatamente inibito di proseguire.

Accadde molti anni fa al settimanale Cuore, diretto da Serra, che pubblicò i nomi di musicisti iscritti alla massoneria (fra i nomi pubblicati, vi erano quelli di alcuni  giovani compositori,quasi tutti romani, che insegnavano al Conservatorio dell'Aquila, dove esisteva una loggia 'musicale' capeggiata e rinforzata nei ranghi dall'allora direttore del Conservatorio aquilano, massone, ovvio, anch'egli) al quale fu, dopo la prima uscita, inibito di proseguire.

 A metà degli anni Novanta l'editore Garzanti pubblicò un poderoso volume, dal titolo L'invenzione della gioia, a firma Alberto Basso, notissimo studioso e fors'anche massone, certamente galantuomo.
 In quegli stessi anni a Roma venne fondata dal Grande Oriente d'Italia - che oggi iscrive di diritto l'opera mozartiana  tra i fratelli di loggia, un'orchestra massonica, di musicisti ' massoni' - come altrimenti - intitolata a Sarastro, nella quale due prime parti ( violino e viola) rispettivamente  Camillo Grasso e Fausto Anzelmo erano massoni dichiarati; e il cui direttore, massone, Maurizio Pepe, dichiarava che l'ingresso nell'orchestra non era una esclusiva dei musicisti massoni, che erano comunque la maggioranza.

 In quell'occasione per il mensile Applausi che dirigevamo ci recammo ad intervistare l'allora Gran maestro del GOI, nella sede di Villa del Vascello, Marcello Gaito il quale si premurò di farci sapere  che 'i musicisti  sono subito ammessi con il grado di 'Maestro' nella massoneria, a significare la funzione catartica e di elevazione  che la musica produce nell'uomo. E aggiunse anche molto altro, passando in rassegna l'elenco dei grandi della storia che hanno aderito alla massoneria, in ragione dei gradi ideali da essa proposti e perseguiti.

Se tutto questo è vero, ed è vero,  considerare la massoneria una onlus con finalità umanitarie e culturali, fa sorridere, specie se si considera i casi di alcuni notissimi massoni - dal GOI dichiarati 'deviati', come deviate le rispettive 'logge' - che di quelle finalità umanitarie e culturali se ne sono ampiamente infischiati ed anzi hanno perfino tentato di mettere a soqquadro l'ordine sociale ed il vivere civile.

La massoneria non è neanche una società di buontemponi che regolarmente si riuniscono nei loro 'templi' cosiddetti (un pò bui), si scambiano pensieri sotto la guida dei loro 'maestri' e poi alzano i calici per brindare al futuro dell'umanità e  ognuno torna a casa migliore di quando vi era entrato.

 La Massoneria è una società di mutuo soccorso, ma non a beneficio della società, bensì degli adepti, il che spiega, a dispetto di quello che vorrebbero farci intendere gli iscritti, perchè negli elenchi che si conoscono non compaia nessun signor Rossi o Bianchi, ma solo persone che nelle rispettive professioni rivestono cariche e posizioni di potere. E se non è mistero  che massoni sono  artisti, religiosi, magistrati, politici (sebbene per questi ultimi  venga richiesta la dichiarazione di non appartenenza, a mò di  'foglia di fico,  come ha deciso da poco anche l'Assemblea siciliana),  è altrettanto vero che si tratta  sempre di gente che conta  e che può  rendere un 'favore' (ma si potrebbero anche chiamare in altro modo) ad un 'fratello' o riceverne.

A Catania è andato in scena il  Flauto magico  di Mozart ( nel post precedente abbiamo riprodotto  un lungo articolo comparso sul sito del GOI), con una regia che non solo non faceva mistero dei simboli e riferimenti massonici dell'opera, ma che l'ambientava nella cornice di un tempio massonico, e durante una riunione di loggia. Il Gran maestro del GOI ha dichiarato che  per l'uso di simboli e rituali massonici è stata chiesta, subito concessa, relativa autorizzazione al Grande Oriente d'Italia. Ed anche i bozzetti delle riunioni di loggia, per non commettere errori grossolani? Certamente no, perché fra coloro che  hanno avuto la responsabilità dello spettacolo di Catania, vi sono massoni ben noti,  dichiarati ed arruolati ufficialmente, come...  tutti ottimi professionisti e persone per bene, perchè non tutti sono come Gelli o come altri iscritti alla massoneria deviata, delle cui gesta la pagine di 'nera' sono di tanto in tanto piene, mentre si vorrebbe che lo fossero solo quelle 'culturali', per credere alla Massoneria.

 A differenza delle ambizioni del Gran Maestro che vorrebbe, causa Flauto magico, rappresentati e celebrati gli ideali massonici su tutti i palcoscenici d'Italia, noi ne nutriamo una sola, quella di veder rappresentato più spesso il capolavoro mozartiano, esclusivamente  per ascoltarne la musica sublime, e  luminosa,   e che è,  perciò,  assai poco massonica.

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