Da alcuni anni il Teatro alla Scala di Milano programma alla vigilia di importanti appuntamenti operistici - e la serata inaugurale di stagione, a Sant'Ambrogio, è certamente l'appuntamento più importante - una 'primina', così battezzata perchè anticipa di qualche giorno la 'prima' vera e propria, ma anche perchè è riservata ai giovani. Sempre affolatta, sempre gradita dai giovani che, nella stragrande maggioranza, per la prima volta mettono piede in teatro, almeno era così nelle prime sperimentazioni, mentre adesso i giovani attendono ogni anno quella 'primina', quale che sia il titolo prescelto. e fra loro c'è un discreto numero di irriducibili e aficionados.
Ieri la tv ha mostrato, in diversi servizi giornalistici, alcuni di questi giovani che affollavano il foyer, al termine dello Chenier ed ha chiesto loro qualche impressione: più a proposito di quelle che la Carlucci ci rimanderà il 7 dicembre dallo stesso foyer, ma con altro pubblico.
Ma la cosa singolare è che nessun giovane è andato alla Scala con infradito e magliette sdrucite., come tanti musicisti eccentrici e intellettuali fasulli vorrebbero che fosse 'addobbato' il pubblico del concerto o dell'opera. Per svecchiare. Tutti erano vestiti a festa, facevano anche un pò tenerezza; ma di nessuno di loro si poteva dire che non si era vestito come l'occasione richiedeva. Il che dimostra che, contrariamente a ciò che pensano ed auspicano certuni, i giovani sanno come ci si veste in determinate circostanze.
Mentre li guardavano abbiamo pensato a cosa avrebbe potuto dire Currentzis - il direttore di origine greca che vuole rivoluzionare l'ascolto musicale, a partire dalla mise da concerto che deve essere lasciata alla libera scelta di ciascuno, senza regole. Come pensa anche quel violinista 'maledetto', alla Paganini, genio buttato alle ortiche, che di nome fa Malikian e recentemente si è ascoltato anche a Roma, che prima di salire in palcoscenico si traveste, mette la maschera di pirata e fa letteralmente pena, mentre i giovani alla Scala facevano solo tenerezza, e nessuna pena nei loro abiti da festa o da grandi occasioni.
E come pensa, purtroppo, anche il nostro aitante direttorino Battistoni, il quale nel suo libercolo 'Non è musica per vecchi' è sulle stesse insulse posizioni e si augura che la platea dei teatri si trasformi d'estate, in uno stabilimento balneare, per come è svestito il pubblico, e 'd'inverno' , in una stazione sciistica.
Per fortuna i giovani che loro vorrebbero vestiti, anzi travestiti, la pensano diversamente.
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